Non si dà pace per aver ridotto in fin di vita il suo amico. Giovanni Gianluca Cau, quarantenne oristanese senza fissa dimora, da giorni in carcere con l'accusa di lesioni gravi, oggi è comparso davanti al gip Annie Cecile Pinello per l'interrogatorio di garanzia.

L'uomo, assistito dall'avvocato Silvio Sanna, ha spiegato cosa è accaduto la notte tra il 10 e l'11 giugno scorso, quando ha litigato con un cinquantenne originario di Paulilatino.

Ha ricostruito tutta la serata passata per le vie del centro storico a bere e chiacchierare fino a quando gli animi si sono scaldati. Cau accusa il cinquantenne di avergli rubato alcuni oggetti, custoditi nelle tasche del giubbotto che gli aveva prestato nei giorni precedenti. C'erano un caricabatterie, una sim ma soprattutto c'erano foto e ricordi della figlia e, secondo quanto riferito al gip, è stato proprio questo a innescare la lite furiosa: pugni e calci contro l'amico che poi era stato lasciato agonizzante su un marciapiede in via Mazzini. "Si è assunto tutta la responsabilità, si è reso conto della gravità di quanto accaduto – commenta l’avvocato Sanna – ha anche ammesso di aver bevuto tanto, in quei momenti era fuori di sé".

Giovanni Gianluca Cau è sempre rinchiuso nel carcere, ma il legale chiederà una misura alternativa in una struttura in cui possa essere anche curato e possa disintossicarsi. Cau è stato arrestato nei giorni scorsi dagli uomini della squadra mobile di Oristano che grazie ai filmati delle telecamere e ad accurate indagini in pochi giorni hanno chiuso il caso del misterioso pestaggio in centro storico. Le condizioni del cinquantenne intanto vanno lentamente migliorando, ma la prognosi resta ancora riservata.
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