L'inchiesta sulla sanità oristanese va avanti. E intanto è stata chiesta la revoca degli arresti domiciliari per Antonio Succu, il sindaco di Macomer ora sospeso dall'incarico. L'ex primario di Ginecologia del San Martino era finito ai domiciliari ai primi di ottobre nell'ambito dell'inchiesta Ippocrate sulla presunta gestione clientelare delle assunzioni. Secondo la Procura venivano pilotati concorsi in cambio di voti al Partito dei sardi e Succu sarebbe stato uno dei pilastri di questo sistema.

Il 30 dicembre scorso i difensori di Antonio Succu, gli avvocati Guido Manca Bitti e Luciano Rubattu, hanno presentato al Gip del Tribunale di Oristano la richiesta di revoca dei domiciliari. Secondo i legali a distanza di tre mesi dal provvedimento del Gip, dopo che Succu si è dimesso da tutte le cariche politiche, non c'è alcun rischio di inquinamento del quadro probatorio perciò "non sussiste più la necessità degli arresti domiciliari" sostengono i difensori.

Oltre a Succu, erano finiti ai domiciliari l'ex consigliere regionale di Bosa Augusto Cherchi (difeso da Pierluigi ed Enrico Meloni), l'ex responsabile del personale Giovanni Piras (difeso da Luigi Satta) e l'ex capo degli infermieri Salvatore Manai (assistito da Antonello Spada). Erano invece stati interdetti dai pubblici anche l'ex commissaria Assl Maria Giovanna Porcu (difesa da Guido Manca Bitti e Carlo Figus) e Angelo Piras (difeso da Basilio Brodu) ma entrambi i provvedimenti dopo poche settimane sono stati annullati dal Tribunale del Riesame.

Interdetta per un anno dall'attività Gavina Agnese Canalis (difesa da Liliana Pintus), responsabile dell'agenzia interinale E-work di Sassari. Nell'inchiesta sono coinvolte complessivamente 20 persone, è indagato anche il direttore generale della Assl Mariano Meloni per una vicenda legata a una nomina contestata.
© Riproduzione riservata