Un appello al dirigente medico del carcere di Massama per far trasferire l'ergastolano Mario Trudu, 69 anni, di Arzana, in carcere da 41, in una struttura ospedaliera per garantire le cure di cui ha bisogno.

Lo ha lanciato oggi da Oristano Maria Grazia Caligaris, presidente dell'Associazione Sdr, Socialismo, diritti e riforme, insieme al legale di Mario Trudu, Monica Murru, al garante dei diritti dei detenuti di Oristano, Paolo Mocci, e al Presidente della Camera penale di Oristano, Maria Rosaria Manconi.

Alla conferenza stampa erano presenti anche il fratello del detenuto, Danilo Trudu, e la nipote Maria Assunta Mancosu, arrivati da Arzana.

Come ha ricordato Maria Grazia Caligaris, Mario Trudu è affetto da una grave sclerordemia polmonare da oltre un anno, alla quale si è aggiunto anche un tumore alla prostata. Nonostante il pronunciamento della magistratura di sorveglianza di Cagliari, non gli sono state fornite le cure appropriate.

Nel carcere di Massama, infatti, non ci sono le attrezzature necessarie per por eseguire la radioterapia e le altre cure previste. Da qui la richiesta di trasferire Mario Trudu in una struttura ospedaliera, in una residenza sanitaria assistita o agli arresti domiciliari.

"Siamo davanti ad un caso emblematico - denuncia Maria Grazia Caligaris - di un sistema carcerario che nega un diritto costituzionale, nonostante le norme e le leggi esistenti. Un uomo anziano, malato, che non reclama la libertà ma solo di potersi curare in un ambiente idoneo".

Il fratello Danilo e la nipote Maria Assunta hanno espresso preoccupazione per il quadro clinico del loro congiunto. Hanno chiesto di farlo curare adeguatamente.

"Da oltre un anno al mio assistito vengono negate le cure necessarie - ricorda il legale Monica Murru - che prevedono delle terapie da somministrargli in ambiente ospedaliero, per sei ore al giorno per sei mesi. In questo lungo periodo c'è stato anche un aggravamento delle sue condizioni e la scoperta di un tumore. Abbiamo presentato una nuova istanza di sospensione della pena per gravi motivi di salute e per la concessione della detenzione domiciliare. L'udienza è stata fissata per il 5 novembre".

Il garante dei diritti dei detenuti, Paolo Mocci, ha ribadito che nella vicenda di Mario Trudu viene meno il principio di uguaglianza tra soggetti liberi e reclusi e il caso non rappresenta un metodo adeguato per fronteggiare le peculiari esigenze connesse allo stato detentivo.

Rosaria Manconi, della Camera penale, aderisce alla richiesta di giustizia di Mario Trudu e auspica che, nel rispetto dei principi costituzionali, vengano quanto prima adottati i provvedimenti necessari al direttivo alle cure e alla vista stesse.

Il perito incaricato dal legale della famiglia di Mario Trudu, Luca Lacivita, ha spiegato che la mancanza di adeguate cure porta ad un progressivo disordine immunitario ed al rischio della morte del detenuto.
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