"Mio figlio non avrà più una vita perché un branco di giovani ha deciso di ucciderlo. E allora perché questi dovrebbero meritare di continuare a vivere e avere la possibilità di rifarsi una vita?".

Fabiola Balardi, la madre di Manuel Careddu, non accetta la posizione assunta da don Ettore Cannavera a proposito della sentenza per i maggiorenni di qualche giorno fa: ergastolo a Christian Fodde, trent'anni a Riccardo Carta e 16 a Matteo Satta per l'omicidio di Manuel e l'occultamento del cadavere; i primi due sono stati ritenuti responsabili anche di soppressione di cadavere.

DON CANNAVERA - "Una vita è già stata distrutta, vogliamo distruggerne altre?", afferma don Cannavera.

"Sono tre giovanissimi che con questa sentenza non avranno possibilità di recupero perché in carcere non ce ne può essere. La pena deve essere rieducativa, lo dice la nostra costituzione. Proprio come è avvenuto per i due minorenni che stanno affrontando un percorso di dolore ma che li porterà a responsabilizzarli".

LA REPLICA - "Percorso di recupero non ce n'è per questi tre", replica Fabiola Balardi.

"Loro sono giovani, è vero. E mio figlio? Aveva diciotto anni e loro gli hanno tolto la vita, lo hanno ucciso in modo brutale. Manuel non potrà mai più avere una vita. L'ergastolo non è la soluzione? E allora quale è? Lasciarli fuori? Così continuano a uccidere perché quelli sono così. A Carta è andata bene perché ha avuto trent'anni". Probabilmente il fatto di aver indicato il luogo in cui Manuel era stato nascosto e sotterrato ha rappresentato una attenuante. "Se anche Carta non lo avesse detto - replica Fabiola - Manuel lo avremmo trovato comunque".

Disapprovazione per le parole di don Ettore anche da parte della nonna materna di Manuel, Gavina Balardi, che con amara ironia dice: "Il giudice ha sbagliato, a Fodde doveva far fare una vacanza". Poi aggiunge: "L'ergastolo è la pena che Fodde merita e doveva essere inflitto anche a Carta. Io sono credente, ma non posso avere alcuna pietà per questi che hanno ucciso Manuel: sono criminali e assassini".

Sconcerto anche da parte della zia paterna Loredana Careddu: "I ragazzi vanno educati prima che compiamo certe malvagità e se compiono delitti tanto efferati sono abbastanza maturi da subirne le conseguenze e devono pagare. Non credo che Fodde possa uscire fuori dalla galera meno delinquente di quanto lo è già e onestamente non mi interessa se la prigione lo rieduchi o meno, purché ci resti dentro, paghi e si penta realmente perché finora, da quello che ho potuto vedere durante il processo, né i due minori, né i maggiorenni hanno mai mostrato segni di pentimento, salvo forse il Satta che ha tenuto i cellulari".

PRIMO CAPITOLO - Con la sentenza di qualche giorno fa, pronunciata dal gup Silvia Palmas, si è chiuso il primo capitolo giudiziario di questa tragica vicenda. Ce ne saranno altri, davanti alla Corte d'appello: i difensori dei minorenni, Giancarlo Frongia per la diciassettenne e Gianfranco Siuni per il ragazzo, hanno già annunciato ricorso in appello e attendono il deposito delle motivazioni del giudice Michela Capone. Novanta giorni è il tempo che la giudice Palmas si è presa per il deposito delle motivazioni della sentenza del Tribunale ordinario: il ricorso potrebbe arrivare dalla Procura, che aveva chiesto l'ergastolo anche per Carta e trent'anni per Satta.

Patrizia Mocci

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