La speranza di Paolo Palumbo diventa un caso. Proprio quando il sogno della terapia sperimentale contro la Sla sembrava avverarsi ecco la doccia fredda: la BrainStorm Cell Therapeutics comunica che il giovane oristanese non rientra nella lista dei pazienti che sono ammessi al protocollo. La famiglia Palumbo parla di un difetto di comunicazione tra l’ospedale di Gerusalemme e l’azienda statunitense e assicura che nel giro di poche ore sarà fatta chiarezza.

Sul sito ufficiale Brainstorm è stata pubblicata una nota: "Recentemente, numerose organizzazioni hanno contattato BrainStorm Cell Therapeutics informando che un paziente italiano ha pubblicamente comunicato di aver ricevuto l’approvazione per sottoporsi al trattamento della Sla con la terapia NurOwn dell’azienda – si legge – ma lui non è mai stato direttamente in contatto con nessuno dell’azienda BrainStorm e nessuno ha dato l’autorizzazione verbale o scritta per sottoporsi al trattamento in Israele o in qualsiasi altro posto".

L’azienda inoltre ricorda che "il ministero della Sanità israeliana ha approvato il trattamento NurOwn per 13 pazienti all’ospedale Tel Aviv Sourasky medical center (Ichilov) ma il paziente italiano non è uno dei 5 pazienti internazionali che sta ricevendo il trattamento al centro Ichilov".

Che cosa è successo? Il fratello Rosario fa sapere che "si tratta di un difetto di comunicazione tra le cliniche in Israele e Stati Uniti. Siamo in contatto anche con la presidenza del Consiglio che sta seguendo la nostra vicenda". Dal ministero della Salute ribadiscono che i contatti con la clinica israeliana sono tenuti da Vincenzo Mascia, il neurologo cagliaritano che ha in cura Paolo Palumbo. Lo specialista ricorda che "nell’ultima comunicazione ricevuta da Israele viene confermata l’ammissione di Paolo alla cura, ma si chiede di insistere con le autorità italiane affinché l’azienda americana dia l’autorizzazione all’ammissione immediata alla terapia a proprie spese, visto che non è mai stato ammesso al protocollo sperimentale".

A tarda serata il colpo di scena: dietro questo corto circuito ci sarebbe una mail che Paolo avrebbe inviato in Israele dicendo di non essere più interessato alla terapia. Una mail che da casa Palumbo non è mai partita. E quindi nasce un nuovo caso: chi c’è dietro queste mail? Nelle prossime ore ci si augura venga fatta chiarezza.
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