Il Ris di Cagliari ha ultimato tutti gli accertamenti ed esami scientifici su quanto era stato sequestrato in relazione all'omicidio di Manuel Careddu di Macomer, ucciso l’11 settembre scorso sul lago Omodeo in modo efferato dal "branco", per cui sono in carcere per omicidio e occultamento di cadavere quattro ragazzi appena maggiorenni e due minorenni tra cui una ragazza.

Sono stati esaminati guanti, piccozza, corde, coltello, due auto e droga ritrovata in casa degli indagati. Con la conclusione delle indagini del Ris, unitamente alla precisa relazione peritale del medico legale Roberto Testi di Torino, le intercettazioni ambientali e telefoniche nonché le confessioni degli indagati, per le due Procure di Oristano e dei minori di Cagliari il cerchio investigativo dovrebbe ritenersi concluso e si attendono le decisioni dei pm.

L'avvocato Gianfrancesco Piscitelli cura gli interessi della famiglia del padre ed è sempre stato presente, con la sua ultra trentennale esperienza investigativa e criminologica, a tutti gli esami condotti dal Ris.

Cosa pensa del delitto e cosa si aspetta dal processo?

"L'omicidio di Manuel è tanto più grave in quanto i responsabili erano ragazzi e alcuni coetanei della vittima. L'efferatezza che viene fuori dalle intercettazioni, dai verbali di interrogatorio e dalle ricostruzioni denotano gli scarsi valori morali e di rispetto della vita degli autori del crimine. Il dispregio delle leggi e la convinzione della impunità si amplificano dalla commissione in branco".

Questa parola la si sente sempre più spesso relativamente a giovani, spesso minori, che delinquono.

"Ho spesso trattato sui social e in interventi a seminari, convegni e nelle scuole il tema del branco che opera anche per reati di bullismo e micro criminalità. Quando gli individui si muovono come un gruppo, l’intelligenza media è pari a quella del meno intelligente tra di essi, che reagisce e agisce principalmente basandosi sulla forza fisica e non sull’abilità intellettiva. Studi recenti sono stati effettuati per analizzare la 'psicologia del branco', in particolare l’esperimento carcerario del dottor Zimbardo, che ha preso alcuni studenti universitari e li ha trasformati in guardie e carcerati, giungendo a spingere i primi a sottoporre a torture anche sessuali i secondi alla luce della loro immedesimazione nei ruoli loro assegnati; i primi sono diventati violenti e aggressivi, i secondi invece remissivi ed impotenti. Ci sono dunque situazioni capaci di tirar fuori dalle persone il peggio di sé".

Il branco come si qualifica?

"Nella graduatoria della criminalità, è al livello più basso, peggiore della criminalità organizzata o dei parenticidi. Difatti, il comportamento dei componenti li pone fuori da ogni regola sociale e persino al di fuori da ogni regola criminale. È vero che il singolo, se non in gruppo, può apparire 'normale' e senza predisposizione alla violenza, ma è pur vero che, se in gruppo, ci si può lasciar influenzare dall'aggressività del singolo sia per timore di non essere accettati e sia per necessità di formarsi una sia pur distorta identità non ancora posseduta ma confusa con la grande 'affermazione di effimera potenza'.

Cosa succede al singolo?

"Quando aderisce a un gruppo perde la propria identità. Per non parlare poi, a mio avviso, del potere delle fictions criminali. Ci sono molti giovani, anche di famiglie medio borghesi, che passano giornate a guardare serie televisive sulla criminalità, lasciandosi trasportare all’interno delle scene vivendole ed ecco che poi iniziano a vestire come i personaggi criminali, usare il loro linguaggio, l’andatura, lo sguardo. Il tanto discusso problema dell'influenzamento mass-mediatico è subdolo, non è diretto, ma provoca un 'allentamento dei valori, come dice il mio maestro, Vincenzo Maria Mastronardi, confondendo ciò che è consentito con ciò che è vietato. Alcune serie televisive, in modo strisciante, possono far passare il distorto messaggio del 'così fanno tutte le persone capaci che si fanno rispettare'. E così, dalla fiction, emerge 'una sorta d’involontaria esaltazione dello stile di vita criminale di gruppo'.

La posizione al processo?

"L'assassinio di Manuel Careddu, ormai mediaticamente conosciuto come l'omicidio del lago, rispecchia molti aspetti di quanto criminologicamente riferito sul branco. Al processo farò di tutto affinché Manuel abbia giustizia e le pene siano esemplari e certe anche come deterrente per future emulazioni".

Angelo Barraco
© Riproduzione riservata