Una vicenda che avrebbe quasi dell'incredibile, se non fosse che protagoniste sono ben due famiglie di Orosei, colpite dalle decisioni di una burocrazia cieca e sorda e di una commissione medica per cui la dignità della persona è, evidentemente, una "pecca" da dover scontare, e a caro prezzo.

Dopo l'operazione alla testa nel 2015 e i seguenti cicli di radio e chemioterapia, le condizioni fisiche di Giuseppe Saba (57 anni), si sono progressivamente deteriorate. Una situazione molto simile a quella di Bruno Mele (53 anni), titolare di uno dei negozi storici di elettrodomestici e giocattoli a Orosei. Lì, di lui resta solo il nome sull'insegna, mentre la moglie Mirella apre puntuale ogni mattina alle 9, lasciando il marito alle cure di un badante.

Tuttavia, per la commissione Inps incaricata di approvare l'indennità di accompagnamento, Bruno Mele non ne ha bisogno. Lo stesso beneficio è stato sospeso per 9 mesi (dall'aprile 2017 al gennaio 2018) anche per Giuseppe Saba, dalla stessa commissione. Tra le motivazioni "cura nell'abbigliamento", "buone condizioni generali di sanguificazione e nutrizione" (colorito roseo per semplificare) e altre constatazioni sullo stato psicofisico del paziente raccolte durante una visita avvenuta poco prima della recidiva che ha colto entrambi dopo i cicli di chemio.

"Ovviamente mio marito è ben vestito e curato", sottolinea Anna, la moglie di Giuseppe, "me ne occupo 24 ore su 24, ma lui non è assolutamente autonomo". Anna e Mirella, che nella disgrazia comune hanno costruito un'amicizia, portano avanti la loro battaglia quotidiana per il sostegno dei propri mariti e lanciano un appello: "Invitiamo il presidente della commissione medica Inps incaricata di valutare entrambi i casi a stare da noi per un giorno e una notte. Ci dica poi se le condizioni dei nostri mariti non richiedano un ausilio costante".

Le due donne tengono a precisare di non voler in alcun modo criticare o accusare nessuno, ma chiedono solo una valutazione più accurata dei loro casi, perché "a me quei soldi servono – spiega Mirella, che in pausa dal negozio fa la spola tra il distretto sanitario di Siniscola e gli uffici dell'Inps - per aiutare mio marito che è ora nel momento del bisogno".
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