Lula col suo Montalbo new entry nel Sentiero Italia? Il Cai scommette su bellezze e paesaggi del massiccio calcareo che svetta con le cime gemelle Catirina e Turuddò. Vuole inserire il paese adagiato ai suoi piedi nel percorso storico che parte da Santa Teresa di Gallura, attraversa il Supramonte, raggiunge la Sicilia e percorre le dorsali montuose della Penisola: seicento chilometri in Sardegna, 6880 in tutto il Paese. Il Club alpino è deciso così a proporre Lula a tutti gli appassionati di trekking.

Sul calcare a Genna Nurai (foto Orunesu)
Sul calcare a Genna Nurai (foto Orunesu)
Sul calcare a Genna Nurai (foto Orunesu)

Non solo perché il Montalbo ha tanto da far vedere e ammirare a chi ama scoprire da vicino le meraviglie paesaggistiche, ma anche per la storia antica di questo borgo pastorale, ovvero quella mineraria che scorre nelle viscere di Sos Enattos, sito gioiello che racconta le fatiche degli operai per estrarre blenda e galena. E ora si candida a polo scientifico internazionale per lo studio delle onde gravitazionali. Il Club alpino italiano guarda soprattutto verso le creste e prepara una bretella di collegamento per inserire Lula nello storico Sentiero Italia, percorso rilanciato nel 2019 in occasione dell'anno del cammino lento sul modello di quello proposto negli anni Novanta. Un itinerario lungo che inizia in Sardegna, a Santa Teresa di Gallura, e conduce verso il Supramonte, gli Appennini e le Alpi fino a giungere a Muggia, in provincia di Trieste: 400 tappe disseminate tra venti regioni, sei siti naturali Unesco e una rete di tracciati storici, come la Grande traversata delle Alpi, l'Alta via dei monti e la Grande escursione appenninica, custodi di bellezze ambientali, tradizioni e storie affascinanti in ogni tempo.

Escursionista a Punta Catirina sul Montalbo (foto Orunesu)
Escursionista a Punta Catirina sul Montalbo (foto Orunesu)
Escursionista a Punta Catirina sul Montalbo (foto Orunesu)

In Sardegna il percorso conduce gli appassionati dalla Gallura al parco regionale di Tepilora, poi sul Montalbo per giungere alla piana del Cedrino, in Baronia, e proseguire, tra mare e monti, fino al Supramonte di Oliena, Dorgali e Orgosolo e alle cime del Gennargentu. Manca nel tracciato attuale Lula, borgo per il quale il Cai prepara la nuova bretella. La sezione di Nuoro, guidata da Matteo Marteddu, con la commissione sentieri e cartografie, si è già messa all'opera. La prima escursione del 2020 è stata proprio a Lula per fare una ricognizione del percorso da proporre al tavolo tecnico di cui fanno parte il Comune e l'agenzia Forestas. Il Club alpino punta a inserire la bretella nella Rete escursionistica sarda e nel Sistema informatico regionale ambiente che favorisca le tappe dei visitatori a Lula per scoprire le antiche miniere che hanno segnato la storia del borgo. Gli esperti del Cai hanno già tratteggiato l'itinerario partendo da Janna Nurai fino ad arrivare sotto punta Turuddò, lungo una carrareccia dove sono ancora impressi sul calcare i segni lasciati dalle ruote dei carri carichi di legna e di carbone. Da non perdere Tumba Nurai, una enorme voragine che ha ispirato tante leggende. Una di queste richiama il Risus sardonicus dei vecchi accompagnati a morire con la smorfia drammatica sul viso contratto mentre i figli li spingevano dentro la forra per l'incontro finale con il destino.

Il sentiero è pieno di attrattive, non solo di curiosità: il bosco di lecci di Mandra Brujata, la salita verso punta Catirina sul nudo calcare, i mufloni tra le rocce sui crinali di Mesu 'e Puntas. In mezzo a tanti silenzi, i cinghiali che frequentano Campu 'e Susu e Sa'e Mussinu oppure , antico ricovero dei caprai, restaurato e sempre pieno di fascino. Attorno tanti altri toponimi, come Janna Cumitarvu, Janna Aiutu 'e Voe, Punta Romasino, tutti capaci di evocare storie e suggestioni. , dice Marteddu che punta a raggiungere l'obiettivo salvando dall'oblio tracciati su aree pubbliche che saranno perciò recuperati e proposti agli amanti del trekking. Un obiettivo da centrare in questo 2020 per valorizzare assieme al percorso anche l'antica storia delle miniere. Sos Enattos è stato l'ultimo sito metallifero a chiudere l'attività nella provincia di Nuoro. Oggi è una realtà di archeologia industriale che ha tanto da mostrare e raccontare, anche lungo le gallerie a 70 metri sotto terra.
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