È stata colpita ripetutamente dentro il bagno della casa dello stazzo di Lu Calcinaiu, picchiata a sangue sino a perdere conoscenza.

È a tragica ricostruzione delle ultime ore di vita di Zeneb Badir, la donna di cittadinanza marocchina morta nel luglio del 2018 a causa dei gravissimi traumi e ferite riportati durante un brutale pestaggio.

Oggi, i giudici della Corte d'Assise di Sassari, hanno ascoltato i testimoni citati dal procuratore della Repubblica di Tempio, Gregorio Capasso, titolare delle indagini sul femminicidio di Arzachena.

I testi hanno confermato la tesi del pm. La vittima, 34 anni, madre di tre bambini, sarebbe stata colpita dai connazionali Jalal Hassissou e Soufyane El Kherad, 40 e 36 anni, difesi dagli avvocati Cristina Cherchi e Agostinangelo Marras.

La posizione più grave sembra essere quella di Jalal Hassissou, la persona che avrebbe aggredito per primo la vittima.

Nel corso dell'udienza di oggi è emerso che un teste, Zouhair Korachim, anche lui marocchino, è stato rintracciato in Brasile.

L'uomo deve essere sentito in aula, perché avrebbe raccolto in una cella del carcere di Bancali, dove si trovava per scontare una condanna, una sorta di confessione di Jalal Hassissou.

Il teste marocchino è stato già considerato inattendibile dalla Procura di Cagliari, per un'altra vicenda: si era autoaccusato di un omicidio avvenuto nel 1993.

Zouhair Korachi è anche destinatario di un ordine di cattura internazionale per presunti minacce di morte e stalking ai danni di un'avvocato gallurese.
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