La Sardegna non è tra le Regioni che, a seguito dell'ultimo monitoraggio dell'Istituto superiore della Sanità e del ministero della Salute, hanno cambiato colore e inasprito regole rispetto alla battaglia contro il Covid.

L'Isola resta gialla, anche se il bollettino di ieri è il più elevato di sempre - 623 nuovi casi - ci sono quindici morti, 48 ricoverati in ospedale in più rispetto al giorno precedente e un ulteriore paziente grave in terapia intensiva (in tutto sono 57).

L'indice di contagio è a 1, ma anche la Sardegna è compresa tra le Regioni classificate "a rischio alto di una trasmissione non controllata e non gestibile". Come tutte le altre, solo il Molise resta a rischio moderato.

Guardando l'ultimo report dell'Unità di crisi regionale, metà dei nuovi positivi sono rilevati con attività di screening, ma crescono i malati: ben 301 le persone con sintomi che si rivolgono alle strutture sanitarie perché soffrono. Quindici le vittime, di età compresa tra i 64 e i 92 anni: 7 residenti nel nord Sardegna, 2 nella provincia di Oristano, 4 nella provincia del Sud Sardegna e 2 nella Città Metropolitana di Cagliari.

IN ITALIA - La media nazionale vede l'Rt calare nell'ultima settimana da 1,7 a 1,4, segno che le misure restrittive messe in atto stanno probabilmente iniziando a portare gli effetti auspicati.

Tuttavia la situazione resta critica: "La circolazione del virus è molto significativa nel nostro Paese - dice il ministro della Salute Roberto Speranza - ma oggi arriva una primissima notizia confortante perché l'Rt scende, ma questo non basta, abbiamo bisogno di portarlo nel più breve tempo possibile sotto l'1, perché ciò significherà salvare più vite umane e ridurre i contagiati, alleviando il peso delle strutture sanitarie".

(Unioneonline)

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