La domanda in questi giorni in paese se la fanno in tanti: «Vale più il voto o la salute?». A San Vero Milis, dove lunedì sera Luigi Tedeschi è stato riconfermato sindaco, a spoglio concluso si scopre che non tutti sono stati attenti alle precauzioni necessarie a prevenire la diffusione del Covid-19. Tra chi ha cercato di convincere i cittadini a recarsi al seggio nonostante la quarantena e chi ha messo in dubbio il fatto che il primo cittadino, in isolamento proprio dal giorno del voto, potesse andare al seggio con la moglie. Lei, come fa sapere lo stesso sindaco, è risultata positiva al coronavirus e questo ha innescato subito dubbi e polemiche. Che qualcuno abbia pensato più alla corsa al potere che alla salute lo dimostra l'invito circolato via chat su WhatsApp: «Andate a votare anche se siete in quarantena», diceva con un audio-messaggio una candidata della lista vincente. Una consigliera risultata positiva e che tra l'altro indossa il camice da infermiera.

Il caso

Non c'è aria di festa a San Vero. Neanche tra chi è stato rieletto: un po' è colpa della pandemia e delle restrizioni, un po' della paura aggiuntiva delle ultime ore. «Il sindaco - dicono al bar - poteva spiegarci cosa è accaduto attraverso il sito istituzionale del Comune. Oppure su Facebook, come fa sempre per tenerci aggiornati». Nel silenzio, invece, diventa un giallo la storia di Luigi Tedeschi al seggio con la moglie, insegnante nella scuola paese. Il dubbio sul fatto che entrambi potessero presentarsi nella sezione elettorale non nasce dai soliti pettegolezzi di quartiere, ma da un post firmato lunedì mattina dal sindaco: «Sono in quarantena obbligatoria dopo aver avuto contatti con un familiare positivo». Che sia la moglie Tedeschi lo svela solo ora e questo alimenta ulteriormente le preoccupazioni.

Il sindaco si difende

Lui che è massimo responsabile della sanità locale e pure dipendente della Assl (come tra l'altro diversi esponenti della sua lista) non nasconde la delusione per essere subito sotto accusa: «Ingiustamente - dice - per fatti non veri». E così si difende annunciando persino querele: «Che sia chiaro: mai mi sarei permesso di andare a votare se avessi saputo che mia moglie fosse positiva. La Assl mi ha comunicato che ero in quarantena obbligatoria perché mia moglie aveva contratto il virus, esattamente alle 13.13 di domenica. Noi abbiamo votato diverse ore prima, quando ancora non sapevamo ancora nulla». Il discorso è chiaro ma resta un dubbio: come mai la moglie di Tedeschi, insegnante del paese, è uscita di casa se attendeva l'esito del tampone? Lui spiega anche questo: «Non era obbligata a stare a casa. Ha fatto il test perché doveva rientrare a scuola. Quindi per sicurezza, cioè solo per precauzione». Tedeschi fa un esempio: «Chi deve partire all'estero prima di fare il tampone non si isola a casa. Cosi è accaduto a mia moglie». E lui, invece, ha fatto il tampone? Su questo, però, il primo cittadino non risponde.

L'audio incriminato

L'audio messaggio dell'infermiera candidata e positiva al Covid ora diventa un altro caso. A riceverlo sono state le mamme dei compagni di suo figlio, alle quali era rivolto l'invito a recarsi alle urne nonostante fossero tutte in quarantena per la presenza di due alunni positivi in quella classe. «Mamme, giusto per sdrammatizzare, la quarantena non significa che non dovete andare a votare - diceva l'infermiera - Potete andare a votarmi e a votare al posto mio. Fate da brave, Poi vi mettete in quarantena». Insomma, un chiaro invito a non rispettare le regole.

Sara Pinna

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