"La Sardegna è fortemente penalizzata perché è l'unica regione in Italia senza un'autostrada, senza il metano, senza una rete ferroviaria diffusa e senza collegamenti certi e continui con la Penisola".

Christian Solinas (e prima di lui il presidente del Consiglio regionale Michele Pais) è stato ascoltato oggi in commissione Affari Costituzionali del Senato nell'ambito dell'esame del progetto di legge per l'inserimento del principio di insularità in Costituzione.

Il governatore lamenta l'indice infrastrutturale dell'Isola, "il più basso in Italia, che mostra inoltre un forte peggioramento negli ultimi anni".

"La Sardegna - aggiunge per presentare il quadro della situazione - deve poter mitigare gli svantaggi determinati dalla discontinuità territoriale e avere pari opportunità e accesso al mercato unico europeo rispetto alle altre Regioni".

Solinas ha chiesto di proseguire "con celerità" nel percorso e adottare "gli strumenti compensativi più idonei alla rimozione degli svantaggi strutturali in ossequio ai principi di uguaglianza, coesione territoriale e pari opportunità".

PAIS - "L'inserimento del principio di insularità all'articolo 119 della Costituzione è un anello di congiunzione tra la Carta stessa e lo Statuto speciale sardo", osserva il presidente del Consiglio regionale.

"La Sardegna - ricorda il leghista - è un'isola, ma anche una Regione a Statuto speciale che culturalmente e territorialmente, con la sua identità ben definita, rappresenta una ricchezza per l'intera Italia. Ma affinché manifesti a pieno queste potenzialità occorre rimuovere quegli ostacoli strutturali che ne condizionano lo sviluppo".

COSSA - "Una fortissima spinta popolare, la coesione di tutto il consiglio regionale e della società sarda, non per avere una situazione di privilegio ma per ottobre pari opportunità rispetto alle regioni della terraferma" sono le parole di Michele Cossa, presidente della Commissione speciale per l’insularità del Consiglio regionale.

"La perifericità e la discontinuità territoriale sono all’origine del ritardo di sviluppo delle Isole: la Sardegna sconta un deficit infrastrutturale che non potrà mai essere recuperato se lo Stato non tiene conto del gap insulare - prosegue -. Ma a questo bisogna aggiungere una vera e propria tassa aggiuntiva di un miliardo di euro che i cittadini e le imprese sarde pagano tutti gli anni di tasca per il solo fatto di vivere e operare in un’Isola". Quindi "in questo quadro, applicare alla Sardegna le stesse regole in materia di aiuti di stato che si applicano alle regioni più ricche d’Europa significa realizzare la più grave delle ingiustizie e vanificare il dettato dell’art. 174 TFUE", conclude Cossa, riferendosi in particolare alla continuità territoriale aerea.

(Unioneonline/L)
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