"Se non rallenta il numero delle vittime non so come il sistema potrà reggere". Così Michele Marinello, uno degli amministratori di Altair, gruppo che gestisce 17 crematori in diverse regioni d'Italia, Sardegna compresa.

Gli impianti dell'azienda - conferma Marinello - lavorano a pieno regime a causa dell'emergenza coronavirus, ma - nonostante l'impegno - "il gruppo è in grande sofferenza non solo psicologica: gli impianti sono tutti sotto stress".

"La pressione - prosegue l'amministratore - è indicibile in un periodo in cui la mortalità ha dati incredibili: come gruppo a marzo abbiamo fatto un migliaio di cremazioni in più rispetto al 2019, sono circa 5mila quest'anno e questo è un elemento lampante di quello che sta succedendo".

"Se non rallenta il numero delle vittime non so come il sistema potrà reggere", prosegue l'imprenditore, confermando numeri altissimi soprattutto in Lombardia e Piemonte.

"Il problema - spiega - sono i depositi provvisori: mediamente arriva un numero superiore di feretri rispetto a quelli che possiamo cremare, senza contare i trasporti straordinari organizzati dalla Protezione civile con i camion dell'Esercito: arrivano da zone in difficoltà ma generano problemi perché si sommano a bare che già si accumulano nei depositi". Dunque, aggiunge ancora Marinello, "da domani saremo costretti a dire no alla Protezione civile".

Questo perché, ammette, "siamo vicini al collasso e stiamo lavorando al massimo delle nostre potenzialità: ci sono impianti di cremazione che lavorano quasi 24 ore su 24. La chiusura a Milano di Lambrate non aiuta: qualcuno di quei feretri partirà verso il nostro impianto di Civitavecchia che non ha una capacità limitata dalla sua autorizzazione e quasi certamente salteranno fuori i campanilismi".

Alla luce della grave situazione il gruppo Altair invita dunque la Protezione civile "a guardare al Sud. Il numero di impianti è numericamente inferiore, ma molte imprese funebri si stanno muovendo in questo senso, anche se una delle difficoltà resta la tanta burocrazia". "Noi - continua l'amministratore - abbiamo offerto i nostri impianti sardi - a Cagliari, Sassari e Olbia - che potrebbero accogliere numerosi feretri".

In attesa di indicazioni dalle autorità, conclude Marinello, "su tutti gli impianti metteremo zero come disponibilità. Possiamo rispondere solo alla nostra richiesta interna, non possiamo più dare una mano agli altri".

"Stiamo anche dotando i nostri depositi di sistemi refrigeranti per evitare una possibile emergenza sanitaria. Noi stiamo offrendo un servizio anche per decessi di 10-15 giorni fa, il calo non lo vediamo e se ci fosse lo vedremmo tra 20 giorni quando come settore saremo riusciti a smaltire tutto il pregresso e tornare a un'attività normale".

(Unioneonline/l.f.)
© Riproduzione riservata