È un po' come una roulette russa: ogni mattina medici, infermieri, oss e dipendenti degli ospedali vanno al lavoro sapendo che questa volta potrebbe toccare a loro. La percentuale di professionisti contagiati è da brividi, fino a ieri erano circa la metà dei sardi positivi dal coronavirus. Ecco perché ora, nonostante l'emergenza sanitaria, c'è chi minaccia proteste clamorose: «Siamo pronti a indire lo sciopero generale se tutti gli operatori dell'azienda ospedaliera Brotzu non verranno dotati dei dispositivi di protezione individuale e non saranno sottoposti allo screening Covid-19», fa sapere il sindacato Usb Sanità dell'ospedale cagliaritano. Ma l'umore è simile, se non peggiore, nelle altre strutture dell'Isola.

Nuovo esposto - L'inchiesta sui contagi di Sassari è destinata a non essere l'unica: «Visto l'alto tasso dei portatori asintomatici è impensabile continuare a mettere a rischio gli operatori e i pazienti, questo atteggiamento non è più tollerabile ed è impensabile far ricadere sui medici, infermieri, oss, autisti e tutti gli operatori dei diversi ruoli le inadeguatezze organizzative», spiega l'Usb, che annuncia «un esposto alla Procura della Repubblica».

Uffici decimati - I contagi non riguardano solo il personale sanitario in servizio negli ospedali. Ieri un nuovo caso nella sede dell'Ats a Cagliari: chiuso il servizio acquisti e off-limits l'intero quinto piano della sede di via Piero della Francesca. Il servizio tecnico dell'azienda per la tutela della salute poi è decimato per le assenze dovute alla quarantena obbligatoria per alcuni dipendenti.

L'assessore - Mario Nieddu non nega le difficoltà, ma prova a rassicurare: «Non stiamo subendo niente di diverso rispetto a quello che accade nelle altre regioni. Sì, forse abbiamo qualche medico contagiato in più, però ci può stare. È un'evenienza incontrollabile. Se qualcuno ha sbagliato è giusto che ne subisca le conseguenze», dice ai microfoni di Videolina. Le mascherine? Tra i medici c'è chi racconta che siano chiuse in cassaforte nei vari reparti, insieme alle altre protezioni indivuduali. «Ci risulta che ci siano giacenze in tutte le aziende sanitarie», chiarisce l'assessore, che spiega come mai non siano stati ancora fatti i test sulla positività al Covid-19 a tutti i dipendenti dell'Ats: «Non abbiamo tamponi e reagenti a sufficienza». Intanto l'azienda ha difficoltà a reclutare nuovo personale sanitario. Quasi tutti stanno rifiutando le offerte di lavoro.

Battaglia - Sul fronte giudiziario poi, oltre alle inchieste, l'epidemia di Coronavirus potrebbe lasciare più di uno strascico. Decine di medici contagiati e senza mascherine potrebbero portare a nuove cause legali. Paolo Cugliara, segretario Fials per la provincia di Cagliari, ricorda ai vertici dell'Ats che «non solo il contagio sul lavoro è da considerarsi infortunio, ma che il lavoratore nelle condizioni attuali, ossia, in assenza di dispositivi di protezione individuale nonostante le reiterate richieste, può avvalersi del "danno differenziale "e richiedere i danni al datore di lavoro».

Michele Ruffi

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