La Procura della Repubblica di Cagliari ha chiesto per la seconda volta l'archiviazione dell'inchiesta per omicidio colposo aperta sulla morte dell'indipendentista di Terralba Doddore Meloni, avvenuta il 5 luglio del 2017 all'ospedale Santissima Trinità di Cagliari.

Da più di due mesi Doddore aveva iniziato uno sciopero della fame e della sete in carcere, dove era stato rinchiuso il 28 aprile 2017. Il 29 giugno le sue condizioni erano precipitate ed era stato ricoverato in ospedale, dove poi era deceduto.

Una prima richiesta di archiviazione era stata respinta lo scorso anno dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Cagliari, che aveva sollecitato un supplemento di indagine accogliendo le istanze dei familiari di Meloni e della loro legale Cristina Puddu, secondo cui quella morte poteva essere evitata.

Il provvedimento con cui il sostituto procuratore Maria Virginia Boi ha rinnovato la richiesta, non essendo emersi negli ulteriori accertamenti effettuati dal pm e nelle relazioni del medico legale Roberto Demontis elementi che possano far pensare ad una qualche colpa o negligenza nella tragica fine del leader del movimento Meris, porta la data del 29 novembre ed è stato notificato ieri alla moglie Giovanna e alla figlia Francesca.

Ora hanno venti giorni di tempo per accedere agli atti e presentare opposizione con richiesta motivata di prosecuzione delle indagini.

"Mi preparo alla nuova opposizione - ha scritto sul proprio profilo social la Puddu, storico difensore del fondatore della Repubblica di Maluentu e ora della famiglia - perché non rimanga impunita la morte di Doddore, detenuto politico in sciopero della fame e della sete, in protesta contro la persecuzione giudiziaria della sua azione politica, da sempre tesa a raggiungere l'indipendenza della Sardegna".

(Unioneonline/D)
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