È un'infermiera cagliaritana la 53enne, Fabiana Muscas, imputata con Marco Carta in concorso per furto aggravato alla Rinascente di Milano. La donna lavora alla Divisione di Cardiologia dell'ospedale Brotzu di Cagliari ed è nota anche come attivista sindacale per essere stata iscritta alla Cisl.

La notizia che ha lasciato senza parole chi da tempo la conosce come una persona "eccentrica" e amante di piercing e tatuaggi, ma altrettanto considerata insospettabile con riferimento ai fatti ora al vaglio degli inquirenti.

Marco Carta e Fabiana Muscas sono amici da tempo. Lei è stata una sua fan e col tempo ha cominciato a seguirlo anche dal vivo. Tanto che proprio giovedì, il giorno prima dello "shopping milanese", dopo il turno di lavoro in reparto ha preso un volo e ha raggiunto il cantante a Milano.

Venerdì il fattaccio: attorno alle otto di sera sono stati fermati dagli addetti alla sicurezza proprio mentre stavano uscendo dal grande magazzino; nella borsa della donna sei magliette Neil Barret per un valore complessivo di 1.200 euro.

Il cantante cagliaritano le ha dato la colpa di tutto: “È stata lei, è tutto nella sua borsa. Io non ho fatto nulla, non ho rubato”. Una versione che è poi stata ribadita in aula sabato mattina, ma in contrasto con il verbale del vigilante in borghese che li ha pedinati: "Lui entra nel camerino al terzo piano, lei resta fuori e gli passa una maglia alla volta, poi la borsa. Quando Carta esce non ha più le maglie in mano".

Il cantante, ripreso dalle telecamere, è poi stato sorpreso a "entrare e uscire immediatamente" dal bagno dove sono state trovate le placche. A far scattare l’allarme i piccoli adesivi antifurto che erano rimasti all’interno degli indumenti.

Il 20 settembre Carta andrà a processo: a salvarlo dalla convalida del fermo una sentenza della Cassazione del 2016 sulla detenzione della refurtiva, che al momento del fermo non era in suo possesso.

Per lui tanti messaggi di solidarietà e affetto da amici e colleghi.

(Unioneonline/v.l.)

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SEI DOMANDE PER MARCO CARTA

Senza voler calpestare la sua presunzione di innocenza e rispettando il fatto che il 20 settembre prossimo Marco Carta, indagato per il furto di magliette alla Rinascente di Milano, sarà giudicato in tribunale, sorgono spontanee alcune domande. Sia per chiarire meglio la vicenda, dato che le responsabilità sono ricadute su una signora che ancora non ha proferito parola sull'accaduto, sia per dare a Marco stesso la possibilità di chiarire i dubbi delle tante persone che lo stanno insultando, ma anche a quelle che cercano di difenderlo.

La sua versione ufficiale, "io non c'entro nulla ha fatto tutto lei", gli ha consentito di essere rilasciato subito dopo l'arresto, ma alcuni punti che lo riguardano andrebbero comunque spiegati. Da lui o dal suo legale, dato che all'invito a parlare inoltrato da unionesarda.it non ha risposto.

Senza dunque tifare per la sua innocenza e ancor meno per la sua colpevolezza, vorremmo chiedergli:

1) Non è che come Pamela Prati, "accusata" di aver messo in scena un matrimonio-farsa per tornare in televisione, anche lei ha architettato questa "stupidata" senza valutarne le conseguenze?

2) In che rapporti è con la signora accusata del furto?

3) Che ci faceva a fare shopping a Milano con lei?

4) Posto che lei dice di non essere coinvolto nel furto, e vorremmo crederle, secondo il verbale della sicurezza di Rinascente la signora le avrebbe passato le magliette in camerino, poi la borsa. Come lo spiega?

5) Forse le stava provando perché voleva acquistarle e ha poi cambiato idea, mentre a sua insaputa la signora le metteva in borsa anziché rimetterle a posto?

6) Chi avrebbe tolto gli antitaccheggio?

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