"Per la prima volta una donna è stata nominata alter nos della festa di Sant'Efisio. E per la prima volta l'alter nos ha deciso di dedicare la festa a tutte le donne vittime di violenza, riuscite però a lasciarsi le spalle il proprio passato per ricominciare una nuova vita.

IL GESTO - A rivelare il gesto di solidarietà è proprio una donna che ha vissuto l'incubo dei maltrattamenti, che chiameremo Matilde, nome di fantasia per tutelare la sua privacy.

"Mi è stato comunicato - spiega a L'UnioneSarda.it - che quest'anno l'alter nos ha scelto, attraverso il settore Politiche sociali del Comune, di fare una dedica speciale in occasione della festa alle donne e alle madri che hanno saputo superare maltrattamenti, problemi e difficoltà per tornare a vivere. Una decisione che ho accolto con sorpresa e tanta gioia".

LA TESTIMONIANZA - Matilde accenna anche alle sue tristi traversie, avvenute in un Comune della provincia di Cagliari: un fidanzato che l'ha angariata per anni arrivando fin quasi ad ucciderla e la decisione disperata di fuggire, denunciare e chiedere aiuto, per sé e per la sua figlioletta.

A raccogliere il suo grido è stata l'associazione cagliaritana che gestisce il Centro Donna Ceteris, che, assieme al Comune, le ha dato supporto verso un nuovo inizio.

Ora Matilde è una donna diversa. Più forte. E libera.

"Ho frequentato corsi su corsi professionali per ottenere sempre nuove qualifiche e adesso sto cercando un lavoro. Allo stesso tempo mi dedico al volontariato, come socia di un'associazione in prima linea per il sostegno alle donne in difficoltà".

Una delle tante storie di coraggio e riscatto che l'alter nos ha voluto ricordare alla vigilia della festa.

In questo momento di felicità, Matilde, ringraziando il Comune, gli assistenti sociali e le volontarie che l'hanno aiutata, coglie l'occasione per lanciare un appello a tutte le donne che hanno a che fare con uomini violenti.

"Amate voi stesse e denunciate. Siate le prime a smettere di farvi violenza nascondendovi nel silenzio. Io ce l'ho fatta nel momento stesso in cui ho pensato che l'uomo che mi stava accanto, il mio aguzzino, non poteva essere il padre giusto per mia figlia. L'ho fatto per lei e ho denunciato. E denunciando non sono rimasta sola. Anzi, ho trovato tante persone - grandi donne - pronte a tendermi la mano".

L'ALLARME - Tra queste figure importanti c’è Silvana Maniscalco, presidente del Centro Donna Ceteris: "Sono molto contenta per Matilde, questo riconoscimento da parte dell’alter nos contribuisce a darle una certezza del fatto che abbia ripreso in mano la sua vita, senza lasciarsi abbattere".

E nella zona di Cagliari "sono tante le situazioni simili alla sua. Ne abbiamo viste e ne vediamo, io e le mie collaboratici, ancora troppe. Il nostro è uno tra i centri più vasti dal punto di vista numerico, in un anno tocchiamo anche i 750 interventi".

A rivolgersi a loro sono donne, questo sì, "ma non tutte seguono il percorso della consapevolezza, il più delle volte sperano, desiderano che la loro vita possa cambiare senza purtroppo riconoscere il pericolo che corrono, non sempre. E parlo in particolare delle più giovani. Quando pensiamo a una 20enne, per esempio, ce la immaginiamo libera di uscire, di andare all’università, di vedere le amiche. Diamo loro un messaggio: quando la vostra vita non è quella che vorreste, non giustificate i vostri fidanzati o compagni che diventano ossessivi con le frasi 'ma lui è geloso perché mi ama' oppure 'mi protegge', piuttosto rendetevi conto che quello può essere l’inizio di una storia malata".

"Se non siamo noi donne - conclude Maniscalco - ad affrontare la violenza e a dire basta, chi potrà salvarci?".

Luigi Barnaba Frigoli

Sabrina Schiesaro

(Unioneonline)
© Riproduzione riservata