Il gup di Tempio, Caterina Interlandi, ha condannato due professionisti per il cedimento della Provinciale 38 (la Olbia Tempio, tratto di Monte Pino) avvenuto il 18 novembre del 2013 e costato la vita a Bruno Fiore, alla moglie Sebastiana Brundu e a una parente della coppia, Maria Loriga.

Per Giuseppe Muzzetto, progettista e direttore dei lavori di realizzazione dell'opera, la pena è di un anno e quattro mesi di reclusione, mentre ad Antonio Zuddas, il collaudatore della Sp 38, è stato inflitto un anno di carcere. Il gup, alla fine di un processo celebrato con il rito abbreviato, ha accolto le richieste del pm Ginevra Grilletti.

La tesi della Procura di Tempio è basata sulle consulenze tecniche di diversi specialisti, che hanno segnalato presunti deficit strutturali dell'opera, ai quali si aggiungono i problemi causati dalla presunta mancata manutenzione. Le vittime viaggiavano a bordo di un fuoristrada, finito nella voragine aperta sulla strada.

La voragine nella strada di Monte Pino (Archivio L'Unione Sarda)
La voragine nella strada di Monte Pino (Archivio L'Unione Sarda)
La voragine nella strada di Monte Pino (Archivio L'Unione Sarda)

I legali di parte civile (Massimo Delogu, Fabio Diomedi, Maurizio e Nicoletta Mani) hanno ottenuto una provvisionale di 30mila euro per ciascuno dei parenti di Bruno Fiore, Sebastiana Brundu e Maria Loriga. Le parti civili erano otto, più Veronica Gelsomino, unica superstite del crollo, alla quale va una provvisionale di 50mila euro. I difensori dei due professionisti condannati, gli avvocati Franco Luigi Satta e Pier Franco Tirotto, hanno già annunciato appello contro la sentenza.

La sentenza sul crollo di Monte Pino è la prima che riconosce responsabilità penali per i morti del Ciclone Cleopatra. La Procura di Tempio, guidata da Gregorio Capasso, sta lavorando su diversi fronti, per riaprire i diversi filoni della maxi indagine sull'alluvione del 2013.
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