Una ferita ancora aperta. Per i parenti di chi non c'è più sarà sicuramente una bella emozione. A trent'anni dalla drammatica esplosione del laboratorio all'interno della fabbrica di fuochi artificiali alla periferia di Terralba, il paese assieme a quello di San Gavino Monreale vuole ricordare gli otto artificieri che persero la vita sul lavoro. Molti erano giovanissimi. C'erano anche diversi padri di famiglia.

Era il 22 settembre del 1989: morirono sei artificieri terralbesi: Domenico Melis (22 anni), Rinaldo Oliva (56) e i due figli Alberto (22 anni) e Saul (19), Vittorio Oliva (58 anni) e il figlio Umberto (25).

Due erano invece di San Gavino Monreale: Emilio Inconis (56 anni) e Antonio Piras (42).

Per ricordare tutte le vittime domani a Terralba è prevista prima la santa messa, alle 10 nella cattedrale di San Pietro Apostolo, mentre subito dopo la celebrazione l'appuntamento è in via Is Arroderis (traversa di via Coghinas), strada dedicata agli artificieri e dove è stato predisposto un pannello commemorativo. Alla cerimonia alla quale sono invitati tutti partecipare compresi i cittadini di San Gavino Montereale ci saranno anche diverse autorità del territorio come il sindaco di Terralba Sandro Pili e la sua Giunta.
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