Esistono molti modi per raccontare la storia dell’uomo. Ci si può soffermare sulle grandi battaglie e su i suoi condottieri oppure analizzare gli aspetti più minuti della quotidianità dei nostri antenati. Vaclav Smil, professore emerito dell’Università di Manitoba, in Canada, e autorità nell’ambito degli studi sul rapporto tra fonti energetiche, popolazioni e sviluppo economico, ha scelto una strada originale e allo stesso tempo affascinante. Nel suo ultimo saggio, Energia e civiltà. Una storia (Hoepli Editore, 2021, pp. 624, anche e-book), ci racconta come i progressi nella tecnologia e nello sviluppo dell’energia abbiano guidato lo sviluppo dell’umanità.

Il risultato è un saggio divertente, per le tante curiosità e aneddoti storici raccolti da Smil come, per esempio, quanta legna consumava all’anno ogni abitante della Roma di duemila anni fa (più di 600 chili a testa) e quanti buoi sono serviti a Napoleone per trainare carri e cannoni durante la campagna di Russia (più di 40 mila). Soprattutto Energia e civiltà è un libro illuminante perché ci disvela come l’energia sia l’unica moneta universale, necessaria per ottenere qualsiasi cosa. Essa ha di fatto plasmato la società, dalla preistoria in cui si scopre il fuoco alla società moderna che dipende dalle fonti fossili. Una società che non è il frutto di una casualità perché l’uomo è l’unica specie capace di imbrigliare energia al di fuori del proprio corpo, usando le capacità dell’intelletto e un gran numero di strumenti – dai più semplici attrezzi fino ai motori a combustione interna e ai reattori nucleari. La transizione epocale verso l’uso delle fonti fossili ha riguardato ogni aspetto della vita umana: agricoltura, industria, trasporti, armi, comunicazione, economia, urbanizzazione, qualità della vita, politica e ambiente. Smil però non si ferma al semplice racconto retrospettivo. Come scrive Alessandro Lanza, direttore esecutivo della Fondazione Eni Enrico Mattei di Milano, nell’introduzione al volume, "Energia e civiltà di Vaclav Smil rappresenta la sintesi cronologica del rapporto inscindibile tra uomo ed energia nella storia, ma anche una fondamentale messa a fuoco di come questo rapporto sia destinato a svilupparsi, illuminando i punti critici e le sfide sociali e antropologiche che attendono l’umanità per la salvaguardia delle fonti naturali – dalle quali proprio quell’energia scaturisce – principale fonte di ricchezza e sviluppo della nostra specie".

A Vaclav Smil chiediamo allora come prima cosa perché conoscere l’evoluzione delle risorse energetiche è importante per capire la storia umana: "Semplicemente perché nulla può avvenire senza conversione di energia".

Quindi avere a disposizione grandi quantità di energia assicura automaticamente progresso e benessere?

"No, perché l’energia dev’essere impiegata in maniera efficiente, abbastanza equa e con un impatto ambientale ridotto al minimo. E, come spiego nel mio libro, non sempre avviene così".

Oggi si parla molto di transizione dalle fonti energetiche fossili a quelle rinnovabili. È realmente possibile questa transizione?

"Certo che è possibile, presto o tardi dovrà aver luogo, ma sarà un impegno a lungo termine. Non avverrà certo nel giro di pochi anni".

L’energia nucleare può aiutarci nella transizione verso l’abbandono delle fonti fossili?

"Sì, certamente".

La copertina del libro
La copertina del libro
La copertina del libro

In che modo si può avere uno sviluppo dei paesi ancora arretrati dal punto di vista energetico senza che questo comporti enormi danni all’ambiente?

"Non è facile, un rapido sviluppo equivale a causare molti danni, vedi la storia dell’Europa e degli USA e, di recente, quel che sta succedendo in Cina".

In che modo i paesi ricchi dell’Occidente possono concretamente ridurre il loro impatto sull’ambiente?

"Consumando meno, sprecando meno. È possibile mantenere il nostro tenore di vita con il 50% di energia e il 60% del cibo attualmente consumati, se tutto viene fatto in maniera efficiente".
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