Vincenzo Corso è un professore di lettere, costretto a svolgere la propria professione in maniera saltuaria, tra supplenze e l'attesa di un posto in graduatoria. Non ha mai conosciuto suo padre, in quanto è stato concepito dopo una relazione fugace tra sua madre, cassiera notturna di un albergo, a Nizza, e un ospite di passaggio, che ha lasciato di sé solo tre libri, posati sul comodino dell'hotel; eredità che Vincenzo scoprirà e custodirà. Ed è a questo fantasmatico padre che indirizzerà le sue cartoline, spedite all'indirizzo di quell'albergo, ma rimaste tutte senza destinatario.

Il suo senso di frustrazione e mancata realizzazione professionale, troveranno una svolta, dapprima lavorando per conto di una rivista femminile, per la quale consiglierà dei libri a delle donne che gli raccontano le loro vicissitudini; e secondariamente, nell'esercizio della sua professione di counselor relazionale. Per tale motivo, deciderà di aprirsi uno studio privato, in una soffitta, in cui svolgerà il ruolo di bilioterapeuta, prescrivendo dei rimedi letterari, per alleviare il malessere delle sue pazienti: donne in crisi. Vincenzo è uno che crede nel potere terapeutico della narrativa, motivo per cui trova una prescrizione letteraria per tutte: per una donna che accusa un difficile rapporto con i suoi capelli; per la signora che ha visto fallire il suo matrimonio; o per quella che ha smarrito il suo senso di identità.

Tuttavia, nella palazzina in cui ha il suo studio, succede un fatto misterioso: d'improvviso, scompare la signora Parodi, l'anziana donna che vive al piano di sotto, col marito e col cane. I sospetti ricadono subito sul coniuge, per il suo essere introverso e irritabile. A Vincenzo, però, questa ipotesi di colpevolezza non lo convince, motivo per cui svolgerà le sue personali indagini, a partire dalle tracce lasciate nella lista degli ultimi libri letti dell'anziana: "Ogni storia letteraria non era altro che un'infinita enciclopedia di anomalie e malesseri. Bastava saperla consultare". "La lettrice scomparsa" è un romanzo di Fabio Stassi, edito da Sellerio Editore Palermo. In questo libro, possiamo cogliere il ruolo terapeutico della letteratura: efficiente rimedio contro ogni malinconia o turbamento. Dalle parole del protagonista, si può evincere il potere evocativo e introspettivo di un libro, in quanto lui stesso definisce i romanzi come: "Un lago, dalla superficie riflettente, la cui integrità va recuperata al di là di ciò che vogliamo mostrare"; e per far ciò, ci dice che occorre spezzare la realtà, distorcerla e capovolgerla. E qual riflesso di noi stessi si può rispecchiare in un libro? Si possono davvero alleviare i nostri disagi, le paure e la malinconia, attraverso la lettura?. In una fase storica, come quella che stiamo attualmente vivendo, in cui le occasioni di socialità e convivialità sono state precluse, può un libro attenuare il nostro senso di solitudine? Sì, la letteratura arriva in nostro soccorso, come potente strumento di auto-aiuto, un facilitatore emotivo capace di evocare l'esternalizzazione dei pensieri negativi e dei sentimenti, nonché stimolo di riflessione e introspezione. Attraverso la lettura di una storia, si può cogliere il vissuto emotivo e cognitivo dei personaggi e in questi ci si può rispecchiare, trovando dei riflessi del nostro Sé.

La lettura, mirata alla stimolazione di alcune riflessioni, può rivelarsi un'esperienza positiva, soprattutto in situazioni di crisi e incertezza, come quella che stiamo vivendo. I libri hanno il beneficio di permettere alla mente di spaziare, perché, attraverso il processo immaginativo, i lettori hanno l'opportunità di fare quello che non possono realizzare nella vita reale, specialmente in un periodo di forti restrizioni come questo.

Poiché, come ci ricorda il nostro protagonista, Vincenzo Corso: "Se i romanzi aboliscono la realtà è per smascherarla, per riconoscere il vero volto delle cose".

La copertina del libro
La copertina del libro
La copertina del libro
© Riproduzione riservata