Dieci episodi, una vera sarabanda di situazioni e personaggi e un protagonista su tutti: l’amore ai tempi di WhatsApp, raccontato in tutte le sue declinazioni e varianti, tra illusione, forza, disperazione, tradimenti, sogni. Questo è Girotondo (Il Castoro, 2020, pp. 179), graphic novel scritta da Sergio Rossi e illustrata da Agnese Innocente. Al suo interno dieci racconti, appunto, legati tra loro e ideati per toccare ogni volta una situazione amorosa diversa, un tema e farci conoscere due protagonisti alla volta, due ragazzi di oggi alle prese con amori, sesso, amicizia, innamoramenti, cotte, tradimenti nella Bologna contemporanea. Insomma, una giostra in movimento, che si ispira liberamente all’omonimo testo teatrale dello scrittore austriaco Arthur Schnitzler.

A Sergio Rossi chiediamo come è nata l’idea per questa graphic novel così vorticosa e scoppiettante:

"Ero rimasto affascinato dalla struttura dell’opera di Schnitzler, all’interno della quale vengono presentate dieci storie tra loro collegate, con l’ultima che si ricongiunge alla prima. Un vero e proprio girotondo che mi sono divertito a reinventare e modernizzare con personaggi che si incrociano, si incontrano, si lasciano sullo sfondo della Bologna di oggi. L’ho trovato un bel mondo per raccontare l’amore e i ragazzi dei nostri tempi".

L'amore e i ragazzi sono cambiati dal momento che oggi tutto viene mediato dalle nuove tecnologie?

"La tecnologia qualcosa ha cambiato, ma non poi così tanto da quando ci si chiamava col telefono fisso oppure ci si scambiava bigliettini sui banchi di scuola. La vera differenza rispetto al passato è che i ragazzi di oggi trovano molto più normale di un tempo trovarsi di fronte a un amore tra persone dello stesso sesso. Ed è quello che racconto nel mio graphic novel".

Il graphic novel è il linguaggio narrativo migliore per arrivare ai ragazzi?

"I giovani sono abituati a un tipo di lettura con le immagini e per questo la narrazione dei graphic novel è molto vicina ai loro gusti. I disegni gli aiutano ad entrare all’interno della storia. Poi sono i contenuti che fanno la differenza: se la storia funziona allora la puoi raccontare sotto forma di romanzo oppure di graphic. Quello che mi pare positivo è che oggi non ci sia più quella preclusione esistente un tempo rispetto al raccontare storia importanti con i fumetti".

Girotondo è nato già come un graphic?

"Si, nasce come storia a fumetti. Per me ci sono storie che nascono solo con le parole e altre che hanno bisogno dei disegni. A quest’ultima categoria appartiene Girotondo, che ha avuto la fortuna di poter contare sul talento di Agnese Innocente".

Parliamo dei disegni…che cosa ti ha colpito del lavoro di Agnese Innocente?

"Prima di tutto l'efficacia: Agnese ha una capacità veramente unica di strutturare la scena, di calare i personaggi nello spazio e costruirgli intorno le situazioni e di farli ‘recitare’. Se uno guarda bene i suoi disegni, all’apparenza così semplici, si accorge che sono pieni di dettagli e anche Bologna diventa un altro protagonista della storia perché la città, le sue vie, i suoi scorci amplificano i sentimenti dei personaggi. E non si tratta solo di una scelta scenografica, ma di una scelta narrativa ben precisa che fa di Bologna partecipe della storia. Che posso dire… sono stato veramente fortunato ad aver lavorato con una disegnatrice come lei!".
© Riproduzione riservata