Pochi popoli del passato accendono la fantasia anche ai giorni nostri come i vichinghi. Celebrati da libri e fiction come guerrieri indomiti e crudeli e marinai capaci di sfidare gli oceani più vasti, questi uomini del Nord furono realmente protagonisti di avventure leggendarie e imperversarono in tutti i mari d'Europa più di mille anni fa.

Lo scrittore e filologo islandese Bergsveinn Birgisson ci racconta la straordinaria avventura di questo popolo partendo dalle gesta di un guerriero leggendario che nel Medioevo più lontano e profondo era considerato il "re dell'Atlantico". Protagonista del volume "Il vichingo nero" (Iperborea, 2019, pp. 480, anche e-book) è, infatti, Geirmund Pelle Scura, grande cacciatore, viaggiatore e probabilmente il primo colonizzatore dell'Islanda.

La copertina del libro
La copertina del libro
La copertina del libro

Geirmund era realmente un uomo fuori dal comune e dovette il suo soprannome al fatto di essere figlio di un sovrano vichingo e di una donna sami, cioè lappone. I suoi tratti, piuttosto asiatici, erano quindi diversi da quelli dei suoi compagni nordici e la sua pelle aveva un colorito bruno che contrastava con il bianco pallido dei suoi compagni di avventura. Le cronache ci raccontano che da bambino fu a lungo discriminato per il suo aspetto insolito, ma una volta adulto divenne uno dei più rispettati condottieri del Nord. Fu tra i primi a spingersi con le sue navi verso il Circolo polare artico e in seguito si impadronì dei migliori approdi dell'Islanda. Qui costruì un grande impero commerciale basato sulla caccia al tricheco. Questo animale, infatti, era la maggiore riserva di grasso di cui disponevano i vichinghi, era ricercato per la sua carne, forniva la pelle per realizzare corde e zanne d'avorio considerate preziosissime. Geirmund non si limitava però a caccia e commerci. Le sue navi solcarono i mari alla ricerca di nuove terre e razziavano le coste della Scozia e dell'Irlanda per trovare schiavi per i lavori nei campi e nei laboratori dove venivano macellati i trichechi.

Ripercorrere le vicende del vichingo nero (ben tradotte da Silvia Cosimini) significa quindi immergersi totalmente nell'epopea vichinga, in un'Europa ancora selvaggia e barbarica in cui il destino degli uomini si costruiva soprattutto con la spada, la spietata determinazione, l'audacia.

Bergsveinn Birgisson ci ripropone questa epopea mescolando abilmente fonti storiche e archeologiche con poesia e immaginazione. Il risultato è un viaggio epico, in cui fantasia e cronaca si intrecciano come è sempre avvenuto nelle migliori saghe antiche. Un viaggio epico in cui il vichingo nero sembra quasi volerci invitare sulla sua nave per partire con lui verso nuove imprese, verso terre e mari tutti da scoprire.
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