Circa 2500 figuranti, riuniti in 70 gruppi folk, e un corteo di oltre 220 cavalieri: sono i numeri della "Cavalcata sarda", la "festa della bellezza" alla sua settantesima edizione e in programma domenica 19 maggio a Sassari.

Il tradizionale corteo, pronto a sfilare per quasi due chilometri, partirà alle 9 da corso Francesco Cossiga, di fronte alla chiesa di San Giuseppe. Proseguirà, poi, per via Asproni, via Roma, piazza d'Italia, portici Bargone e Crispo, via Cagliari, via Brigata Sassari, emiciclo Garibaldi, viale Italia, per terminare in viale Mancini all'angolo con viale Berlinguer.

La sfilata a piedi si concluderà quest'anno con lo spettacolo di 70 donne in costume tradizionale in rappresentanza dei vari gruppi partecipanti. A seguire, ad aprire la sfilata dei gruppi a cavallo – 22 quelli previsti - le Amazzoni di Nuoro.

Attesa come ogni anno la partecipazione di gruppi di turisti stranieri, provenienti in particolare dalla Francia, dalla Svizzera francese e da Israele.

La presentazione della settantesima edizione (foto ufficio stampa)
La presentazione della settantesima edizione (foto ufficio stampa)
La presentazione della settantesima edizione (foto ufficio stampa)

Presente tra le autorità anche il professor Azis Pollozhani, già ministro della Repubblica di Macedonia e ambasciatore alle Nazioni Unite e oggi rettore della Mother Teresa University di Skopje (Repubblica di Macedonia), a Sassari per impegni accademici.

Il primo pomeriggio sarà dedicato allo spettacolo delle pariglie dei cavalieri, all'ippodromo Pinna. Dalle 16 via alle spettacolari acrobazie sui cavalli in corsa.

Ad anticipare la festa, venerdì 17 maggio, la rassegna dei canti e delle danze tradizionali della Sardegna. E poi spazio, sabato e domenica, alle esibizioni dei gruppi folkloristici isolani con un vasto repertorio musicale e coreografico.

LA STORIA - I primi a "far cavalcata", in omaggio a re Filippo V di Spagna, furono i nobili sassaresi nel 1711, come racconta Enrico Costa. Ma le origini della sfilata tradizionale si fanno risalire a poco meno di due secoli dopo, nel 1899, quando la città omaggiò il re d'Italia Umberto I e la regina Margherita di Savoia, a Sassari per l'inaugurazione del monumento a Vittorio Emanuele II. La festa non aveva ancora una cadenza fissa, tanto che nell'arco dei quarant'anni successivi le edizioni furono soltanto due, quella del 1929 e quella del 1939, organizzate in occasione della visita di esponenti della casa reale. La festa laica della Sardegna così come oggi la conosciamo è rinata nel 1951 con il sindaco Oreste Pieroni per diventare poi un appuntamento a cadenza annuale, con unica eccezione nel 1982 quando, addirittura, se ne organizzarono due, una delle quali in onore del presidente della Repubblica Sandro Pertini.

(Unioneonline/v.l.)
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