Quando si parla di dieta immediatamente pensiamo a regole che riguardano la nostra alimentazione. Pensiamo a calorie, rinunce, cibi da eliminare. Viceversa, la parola dieta, nel suo significato originale, significa stile di vita, qualcosa quindi che non riguarda solo cosa mangiamo, ma anche come viviamo, come trascorriamo le nostre giornate, quanto spazio diamo all'attività fisica, ma anche alla convivialità, a una bella chiacchierata tra amici. A ricordarcelo è Paolo Soffientini nel suo "Cent’anni da leoni" (Mondadori, 2018, pp. 204, anche e-book), manuale scientificamente rigoroso ma allo stesso tempo godibile dedicato a come conciliare i principi di una vita sana con la nostra quotidianità senza diventare degli asceti.

Ma veramente ci si può riuscire? Lo chiediamo proprio a Paolo Soffientini:

"Nel libro provo a rispondere a questa domanda avendo come punto di partenza la vita che conduco abitualmente. Mi occupo di ricerca nell'ambito dello studio dei meccanismi molecolari alla base della formazione dei tumori. Sono quindi impegnato quotidianamente nel lavoro. Poi faccio il musicista e quindi a volte mi capita di essere occupato anche di sera e far tardi la notte. Poi ho una vita sociale…insomma non sempre posso seguire le buone regole che prevedono un'esistenza regolare, niente stress, cibo sano. Voglio però prendermi cura di me stesso. Sono allora andato alla ricerca di informazioni che mi potessero aiutare a farlo".

La copertina del libro
La copertina del libro
La copertina del libro

E dove le ha trovate?

"Ho valutato più di mille pubblicazioni scientifiche e ne ho poi selezionate e citate nel libro più di duecento, scelte basandomi su parametri ancora più rigorosi di quelli che utilizziamo nell'ambito della ricerca. Le informazioni raccolte mi sono servite per delineare il confine tra ciò che è corretto e ciò che è invece eccessivo nelle nostre abitudini, nella nostra alimentazione. Sono nati così dei suggerimenti per una vita sana, sapendo di poter anche compensare qualche eccesso senza troppe ansie".

Ma sgarrare senza giocarsi la salute è veramente possibile?

"Non si può vivere di eccessi, naturalmente. Ogni dieta sana, cioè ogni stile di vita sano prevede equilibrio in tutti gli aspetti dell'esistenza. La dieta mediterranea, per esempio, è fatta di cibi, ma anche di socialità, rispetto della stagionalità, attenzione ai ritmi della natura.

Detto questo, nel mio libro prevedo una dieta, cioè uno stile di vita, di compensazione per far fronte agli eccessi. Sono piccoli accorgimenti, come fare maggiore attività fisica per attivare il metabolismo prima di un cenone serale. Sono però accorgimenti che facilmente diventano degli automatismi se si è portati a vivere in maniera salutare, senza però eccessive ansie salutistiche".

Cosa intende per ansie salutistiche?

"Anche uno stile di vita salutistico portato all'eccesso può diventare patologico. Si può soffrire di ortoressia, l’ossessione di voler mangiare sano, di vedere tutto come dannoso. É qualcosa di sbagliato, che fa vivere male. Può diventare patologico come usare eccessivamente la tecnologia, lo smartphone. Il meccanismo è lo stesso".

Ma allora la tanto diffusa criminalizzazione di determinati alimenti come zucchero, carni rosse, latticini è tutta una bufala?

"No, solo che assieme determinati titoli giornalistici bisogna però fornire le giuste informazioni. Per esempio, zucchero, sale, farina bianca e latte sono chiamati 'killer bianchi'. Vale la pena però di spiegare cosa c'è dietro questa definizione".

E cosa c’è dietro?

"La volontà di attirare l’attenzione su alcuni problemi. La farina bianca non è dannosa però si vuole promuovere l’utilizzo delle farine integrali perché contengono più fibre e di queste il nostro organismo ha bisogno perché ne assumiamo poche nella dieta moderna. Quindi si può anche lanciare un allarme per attirare l’attenzione ma poi bisogna spiegare bene perché si lancia l'allarme".

E il sale? Non è più un alimento indispensabile come un tempo?

"Si, però ne assumiamo troppo e senza saperlo perché è presente in eccesso in molti cibi lavorati industrialmente. Lo stesso vale per lo zucchero. Bianco o di canna sono la stessa cosa però di zuccheri ve ne sono troppi anche in alimenti insospettabili come le salse e i sughi. Così, senza renderci conto, superiamo il limite giornaliero per rimanere in salute".

Quanto zucchero si dovrebbe assumere al giorno?

"Circa cinquanta grammi, ma già una lattina di bibita ne contiene trentatre grammi…quindi basta poco per superare il limite giornaliero".

Anche il latte è sotto osservazione...

"Non bisogna superare i 250 millilitri al giorno, cioè un bicchiere. E ricordarsi che il latte non è una bevanda, è un alimento molto nutriente e che fornisce una certa quantità di grassi e proteine. Berlo a tavola quando si pranza non ha quindi senso".

Uno dei suoi capitoli del libro si intitola "Vuoi mettere una bella grigliata". Già, la vogliamo mettere?

"Certo, se non è il nostro cibo abituale e non carbonizziamo la carne. Ogni settimana si possono consumare fino a 300 grammi di carne senza problemi e non credo ci sia niente di più sano, una volta tanto, di un bel porceddu alla griglia come si usa in Sardegna".
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