La Terra Santa è un luogo simbolico per tutti i cristiani ma anche per tutti gli esseri umani che sono alla ricerca di un senso nella propria vita. È un luogo conteso, da secoli attraversato da guerre e da odi, ma allo stesso tempo è uno spazio di riflessione, di dialogo, d'incontro tra genti diverse e tra fedi differenti.

Marco Garzonio, giornalista e studioso attento della vita e del pensiero di Carlo Maria Martini, ci offre allora la possibilità di "visitare" la terra dove mosse i suoi passi Gesù, seguendo un percorso originale, inedito. Un percorso basato sulle parole delle prime cinque lettere pastorali scritte dal cardinal Martini agli inizi del suo impegno a Milano come arcivescovo, impegno durato dal 1980 al 2002.

Ne è nato il libro Ritorno a Gerusalemme (Edizioni Terra Santa, 2018, Euro 16,00, pp. 192. Anche EBook) che è un viaggio fisico nei luoghi della fede cristiana e un percorso di riflessione, silenzio e ascolto che ciascuno può fare dentro di sé, come ci racconta proprio Marco Garzonio: "Il libro prende il via dalle cinque lettere pastorali che Martini inviò alla citta di Milano tra il 1980 e il 1985. Per il cardinale, erano cinque modi per calarsi nella realtà e cercare di mostrare quale può essere la risposta della Chiesa alle problematiche dell'oggi. Un oggi che è quello dei primi anni Ottanta ma che presentava problemi ancora attuali. Nella sua prima lettera, intitolata La dimensione contemplativa della vita, Martini diceva ai milanesi che non aveva nulla da dire sulla loro capacità di lavorare, produrre, ma ricordava che l'uomo ha bisogno di momenti di sosta, di silenzio, riflessione".

Ma come si lega questa riflessione con la Terra Santa?

"Tradotte nel pellegrinaggio in Terra Santa queste parole ci fanno da guida nei deserti, quello del Negev, il deserto di Giuda. Sono luoghi dove tirarsi fuori dalle angustie della quotidianità, dell'io. Ecco, Ritorno a Gerusalemme si propone proprio come un itinerario che è un continuo intrecciarsi tra luoghi santi, le parole del cardinal Martini, attualità di ieri e di oggi, con le sue sfide e i suoi problemi".

La copertina del libro
La copertina del libro
La copertina del libro

Il legame tra Martini e la Terra Santa, Gerusalemme in particolare, era densissimo. Come mai?

"Il rapporto nasce per motivi di studio. Martini era uno studioso delle Sacre Scritture e già in gioventù cominciò a frequentare la Terra Santa. Nel suo racconto, però, una sera successe un fatto inspiegabile dal punto di vista razionale ma che ci fa capire quanto fosse forte il legame tra il cardinale e Gerusalemme.

Si trovava nella casa dei gesuiti e osservando la Citta vecchia si ritrovò a pensare 'io sono nato qui'. Nel tempo intensificò i legami con la Terra Santa e li mantenne anche durante il periodo in cui fu arcivescovo a Milano. Alla fine del suo impegno pastorale scelse poi di ritirarsi a Gerusalemme cosa che fece per un certo periodo anche se non mancarono le difficoltà perché Martini era famoso, per molti era una personalità ingombrante".

Fu per questo che poi tornò in Italia, anche se aveva manifestato la volontà di essere sepolto a Gerusalemme?

"Assolutamente no. Rientrò perché il progredire del Parkinson di cui soffriva non gli consentiva di rimanere in Terra Santa. Accettò allora di rimanere a Milano e di essere sepolto in Duomo. Giuseppe Laras, rabbino capo a Milano durante la permanenza di Martini nella città, fece però arrivare da Israele due sacchetti di terra da porre nella tomba del cardinale. Così, in fondo, Martini riposa anche in Terra Santa".

Cosa riesce ancora a trasmettere il messaggio di Martini?

"Rileggendo le sue lettere pastorali troviamo i problemi di oggi ma affrontati in maniera costruttiva, insolita rispetto alle abitudini odierne. Quando Martini parlava della necessità di 'farsi prossimo' lo diceva negli anni Ottanta ma funziona benissimo ancora, in tempi di immigrazione, di crisi, di difficoltà per i giovani. La particolarità di Martini è che questi temi caldi sono affrontati senza urla, senza propaganda, senza quel modo difensivo-aggressivo che è tipico della politica odierna".
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