Il Centro analisi nazionale di Teramo ha confermato la presenza, in Sardegna, del virus della bluetongue di sierotipo 3 (BTV3), dopo aver completato le analisi su campioni di organi prelevati su una pecora.

Il sierotipo di Blue tongue in questione sarebbe arrivato nell'Isola, e in particolare nella zona sud-occidentale, dal Nordafrica, attraverso insetti (Culicoides) trasportati dal vento.

SETTE FOCOLAI - "A tutt'oggi sono sette i focolai di lingua blu confermati a Teulada, presumibilmente tutti causati da BTV3, anche se al momento la conferma riguarda solo il primo di questi focolai", si legge in una nota diffusa dalla Regione. "La sintomatologia clinica in questi allevamenti - aggiunge il comunicato - è quella tipica della BT e ha finora interessato un numero di soggetti abbastanza limitato che hanno generalmente presentato sintomatologia non grave, con sole 4 pecore morte".

Ancora: "Negli allevamenti ovini colpiti era stata attuata la vaccinazione contro BTV 1 e 4, sierotipi verso i quali le popolazioni di ruminanti della Sardegna hanno generalmente una buona copertura immunitaria, conseguente alla circolazione di questi due sierotipi virali in molte aree della Sardegna negli anni scorsi e alle campagne di vaccinazione finanziate dalla Regione ed attuate dai servizi veterinari. Infatti, nel corso di quest'anno - sebbene i dati sugli 'animali sentinella' indichino che entrambi i sierotipi continuano a circolare in forma silente in alcune zone dell'isola - si sono verificati finora solo alcuni focolai sporadici di BTV4 (Tertenia, Maracalagonis), con conseguenze molto limitate".

"NESSUN ALLARME" - Per le autorità, comunque, la situazione non sarebbe tale da destare allarme.

"Non siamo di fronte ad un quadro di particolare gravità", spiega Alberto Laddomada, direttore generale dell'Istituto Zooprofilattico della Sardegna.

Aggiungendo: "È vero che al momento non è disponibile in commercio alcun vaccino contro il BTV3, ma l'esperienza insegna che una tale vaccinazione, se attuata in emergenza in questi ultimi mesi del 2018, non porterebbe comunque a risultati significativi. In relazione al vaccino, quindi, si tratta di verificare se sarà possibile approvvigionarsi per una campagna da attuarsi eventualmente nel corso del 2019".

"Nel frattempo - chiude Laddomada - è necessario che tutti gli allevatori si adoperino per ridurre il rischio BT nei propri allevamenti prendendo tutte le misure di prevenzione e controllo degli insetti vettori, misure che possono proteggere gli allevamenti dalla introduzione del virus, ridurre la gravità della malattia negli allevamenti colpiti e rallentare la diffusione geografica del virus".

(Unioneonline/l.f.)
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