Il percorso è tracciato. Scritto nero su bianco nella Strategia elettrica nazionale: entro il 2025 la Sardegna dovrebbe avere il suo metanodotto e, di conseguenza, una bolletta energetica uguale a quella del resto d'Italia. Trasporterà Gas naturale liquefatto (Gnl), di cui il Qatar è il principale esportatore al mondo, e per realizzarlo il governo con il Patto sulla Sardegna ha messo sul piatto oltre un miliardo e mezzo di euro che in realtà sarà riversato in buona parte sulla tariffa nazionale di trasporto (che viene pagata dalle bollette degli italiani già allacciati alle reti gas).

I TEMPI SLITTANO - I tempi, tuttavia, sono destinati a slittare. Principalmente per quattro ragioni: la prima è che la partecipazione di due società ai progetti per le due dorsali di trasporto del gas - una rete di circa 600 chilometri di tubi e raccordi - è un fatto inedito che ha imposto al ministero dello Sviluppo economico l'attuazione di nuove procedure, allungando la tempistica prevista. La seconda è che la competenza della procedura di valutazione di impatto ambientale, necessaria per dare il via ai progetti, è stata avviata dalla Regione e poi - dopo un cambio normativo avvenuto a metà giugno - un mese fa è passata al ministero dell'Ambiente a cui da via Roma stanno passando le carte. La terza è la continua domanda di integrazioni progettuali che fa slittare le scadenze; la quarta è la richiesta formale di una valutazione cumulativa dei due progetti da parte degli ambientalisti del Gruppo di intervento giuridico che sospettano che la presentazione di due progetti singoli sia un escamotage per attenuarne l'impatto ambientale.

IN CHE FASE È IL PROGETTO - Attualmente la situazione è questa: il 16 marzo e il 13 giugno scorsi la Sgi (Società gasdotti Italia, di proprietà del fondo di investimento Macquarie Infrastructure) ha presentato le richieste di valutazione di impatto per il cosiddetto "Sistema di trasporto gas naturale Sardegna" (dorsale centro-sud e dorsale nord); tra il 21 giugno e il 26 luglio sono state presentate quelle di Snam rete Italia. Entrambe le procedure (quella di Sgi ha subito un primo intoppo tecnico, già superato) sono ancora nella fase iniziale.

I DEPOSITI COSTIERI - Al ministero sono in corso anche i procedimenti autorizzativi di alcuni dei depositi costieri - in linea di massima ce ne sarà uno in ogni porto - necessari per approvvigionare le navi o le autocisterne che trasportano il gas ai clienti finali. Tre avranno sede nella zona di Oristano e sono stati presentati da Higas (che ha già avuto l'ok), Edison e Ivi petrolifera; un quarto è stato proposto dalla IsGas, che gestisce la rete di distribuzione ad aria propanata di Cagliari, e prevede la costruzione al porto di Cagliari di serbatoi di gas naturale liquefatto per un volume complessivo di 20mila metri cubi connessi a un rigassificatore (ce ne vorranno anche altri) da allacciare agli adduttori che già oggi alimentano la rete di distribuzione ad aria propanata dell'area metropolitana cagliaritana. Altri due progetti sono stati annunciati ma non risultano procedure in corso: uno è di Eni, per la localizzazione di una nave di stoccaggio a Porto Torres, l'altro del Consorzio industriale della provincia di Sassari per la realizzazione di un deposito.

ASSESSORE PREOCCUPATO - Alla Regione non negano un po' di apprensione. "Per i tempi della metanizzazione siamo preoccupati ogni giorno dall'inizio della legislatura", commenta l'assessore all'Industria Maria Grazia Piras. "Siamo l'ultima regione italiana priva del metano e fra le poche rimaste in Europa. Siamo in questa situazione da almeno 25 anni. Al momento c'è uno slittamento dovuto alla procedura di Via, ma qualche ritardo dato che si tratta di un'opera importante e con implicazioni tecniche rilevanti poteva essere messo in conto. A patto che sia dentro limiti temporali ragionevoli".

SGI: "NOI SERENI" - Ottenute le autorizzazioni ambientali, il Mise confronterà gli elaborati e sceglierà quello migliore sul piano dei costi - benefici. Sgi è fiduciosa: "Abbiamo presentato e discusso il progetto a tutti gli enti locali coinvolti dal tracciato e svolto incontri pubblici per illustrare il progetto alla popolazione", spiega Giovanni Galgano, responsabile delle relazioni esterne della società. Avendo formalizzato il progetto più recentemente e dopo il passaggio delle competenze a Roma, Snam non ha ancora avviato il dialogo con le popolazioni ma, come si apprende da fonti della società, lo farà.

Fabio Manca

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