Definizione: L'inventore della Settimana enigmistica. Sei lettere. Risposta: Sisini. Sì, fu il dottor Ingegner Giorgio Sisini, Conte di Sant'Andrea, cavaliere del lavoro, rampollo di una ricca famiglia di Sorso, a portare in Italia le parole crociate inventando il settimanale.

Accadeva nel 1932 e da allora sono usciti 4.618 numeri di una rivista-cult che ha saputo resistere a ogni avversità saltando in 89 anni solo due uscite: nel '43 (il numero 607) e nel '45 (694).

Discendente della nobile famiglia dei Sisini, che possedeva numerose proprietà in tutta la Romangia, figlio di Francesco, fondatore del Rotary club di Sassari, Sisini si era laureato a Liegi e, rientrato nell'Isola, si era occupato degli interessi familiari fino al 1930, anno in cui aveva deciso di trasferirsi a Milano dove aveva conosciuto una donna viennese, Idell Breitenfeld, che aveva sposato poco tempo dopo.

Era stata lei a ispirare il vulcanico ingegnere portandosi dietro da Londra una copia del Sunday Express, il periodico nel quale il giornalista angloamericano Artur Wynne dal 1923 aveva iniziato a pubblicare regolarmente il World cross puzzle. Wynne aveva inventato il gioco nel 1913 e lo aveva pubblicato per la prima volta quell'anno nel "Fun", un inserto domenicale del New York World che, oltre a vignette e novelle e passatempo, conteneva un casellario a forma romboidale con soli riquadri bianchi nel quale il lettore trovava definizioni piuttosto vaghe (ad esempio: un cane. Soluzione: setter) ed era chiamato a ricostruire le parole che si incrociavano in orizzontale e in verticale. Negli Stati Uniti non ebbe successo e non fu ascoltata nemmeno la richiesta di Wynne di brevettare il gioco. Così il giornalista si era trasferito a Londra dove dal 1924 aveva ottenuto ciò che voleva: il copyright e un buon successo. A dire il vero la prima traccia storica delle parole "incrociate" risaliva al 14 settembre 1890, si trovava sul numero 50 del Secolo illustrato della domenica, ed era stata inventata da Giuseppe Airoldi. Tornando a Sisini, fu così appassionato da quel gioco che decise di pubblicare una rivista che ne conteneva tanti. La chiamò "La settimana enigmistica", uscì per la prima volta il 23 gennaio del 1923, aveva 16 pagine e costava 50 centesimi. L'ingegnere fu per i primi tre numeri editore, unico redattore e illustratore. Poi, da editore, seppe guidare con sapienza la rivista portandola a vendere, negli anni d'oro, un milione di copie. La prima pagina è rimasta sempre uguale, salvo minime variazioni. Ad esempio ci vollero molti decenni per cambiare la scritta "esce il sabato" posta fin dal primo numero a destra della testata anche se in realtà veniva diffusa già dal giovedì. C'era una ragione: Sisini ritenne più prudente posticipare la data per essere sicuro di aver distribuito il giornale nell'intero territorio nazionale entro il giorno ufficialmente indicato. E infatti la scritta esce il giovedì fu introdotta solo nel 2014.

Ma tante altre cose non sono mai cambiate per quasi un secolo: una è la foto di un personaggio famoso dello spettacolo o dello sport inscritta in un riquadro delle parole crociate della prima pagina (la prima fu quella dell'attrice messicana Lupe Vélez). Foto che, per una regola stabilita dal fondatore, cambia angolo ogni settimana: in alto a sinistra poi a destra, in basso a destra poi a sinistra seguendo il senso orario. Non solo: si alternano volti volti femminili (sui numeri dispari) e maschili (su quelli pari). Un'intuizione sulla parità di genere che, se si pensa che risale a un secolo fa, appare davvero rivoluzionaria. Solo una volta si è derogato alla regola: quando Aldo, Giovanni e Giacomo - testimonial della testata - nell'aprile 2002 uscirono uno dopo l'altro per tre settimane di seguito. Un'altra regola mai scalfita e apprezzata dagli appassionati riguarda la numerazione progressiva di tutti i giochi: da sempre il numero che compare sulle parole crociate della prima pagina indica il numero complessivo dei giochi pubblicati (nell'ultimo numero sono 568.327). Sino al 1994 la numerazione proseguiva nelle pagine interne, ma dall'anno successivo i giochi interni sono contrassegnati da un numero così composto: le prime due cifre corrispondono alle ultime due del numero della rivista, le altre dal numero d'ordine che quel gioco ha nella rivista, con uno zero riempitivo per i primi 9. Un criterio che agevola la ricerca delle soluzioni inserite nella rivista della settimana successiva (tranne le soluzioni dei quesiti a concorso che sono pubblicate sul terzo numero successivo al corrente) e consente di verificare la persistenza di una determinata rubrica.

Una altra costante è la successione dei colori: della testata blu, verde e rosso che si alternano nell'ordine. Se Sisini, che morì nel 1972 a 71 anni, fu l'inventore della rivista più diffusa, sono stati numerosi gli italiani che hanno nobilitato una delle passioni più longeve in tutto il mondo. Uno dei più noti è stato Piero Bartezzaghi che nel 1946, a soli 13 anni, pubblicò il suo primo cruciverba sino a di diventare, dagli anni '50, uno degli autori di punta della Settimana Enigmistica.

Perito chimico alla Montecatini, divenne un enigmista a tempo pieno nel 1960, firmando regolarmente le "parole crociate a schema libero" di pagina 41, le più difficili della Settimana Enigmistica. Altre due colonne dell'enigmistica italiana sono stati Corrado Tedeschi, che fondò la Nuova Enigmistica Tascabile per un pubblico meno sofisticato, e Bruno Makain che collaborò con la Settimana enigmistica per 76 anni. Come scrive Stefano Bartezzaghi, figlio di Piero e tra gli enigmististi contemporanei più apprezzati, Makain "parlava delle parole crociate con entusiasmo e gratitudine, come di uno stimolo a informarsi e a mettersi alla prova, nella sfida settimanale, e leale, fra autori e solutori. Probabilmente", aggiunge Bartezzaghi, "è lui il migliore testimonial per un gioco che ha dominato l'editoria periodica dell'ultimo secolo e le ha inoculato il virus dell'interattività"
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