Una Sardegna sempre più vecchia e con una popolazione dimezzata dentro un’Italia destinata ad andare nella stessa direzione. Uno studio Eurostat racconta un futuro con tante ombre per i prossimi decenni. Si stima che nel 2100 l’Isola perderà oltre 700mila abitanti, con una popolazione residente che arriverà a fatica a quota 900mila. 

Zone interne

Previsioni pessimistiche e un salto all’indietro legato soprattutto alla crescita dell’emigrazione ma anche alla natalità col tasso più basso del mondo. Secondo uno studio statistico delle Università di Cagliari e di Sassari «saranno penalizzate soprattutto le aree interne ma non solo». Un’emorragia che riguarderà soprattutto il Sulcis, l’Oristanese, il Medio Campidano, ma anche la Barbagia e le zone nordoccidentali dell’Isola. Persino la stessa Cagliari vedrà, secondo queste previsioni, un calo di abitanti importante. Lo spostamento dei sardi verso le coste non fermerà in ogni caso uno spopolamento inesorabile. 

Comuni fantasma

Il crollo demografico porterà inevitabilmente alla scomparsa di moltissimi dei 377 Comuni della Sardegna, peraltro ben prima del 2100: ci sarà un aumento progressivo dei centri fantasma, interi paesi non avranno più anima viva. Nei prossimi decenni le popolazioni dell’interno si trasferiranno sempre di più nelle zone costiere, oppure tenteranno direttamente l’avventura dall’altra parte del mare. I fenomeni immigratori provenienti in gran parte dall’Africa riusciranno appena a scalfire lo spopolamento, con un’azione di contrasto quasi minima.  

Popolazione vecchia

Il calo di residenti colpirà tutta Italia con poche eccezioni: si stimano sempre per il 2100 circa 10 milioni di abitanti in meno e la Sardegna rappresenterà una delle fette più importanti di questo crollo della popolazione. Nel frattempo si allungherà la vita media. Eurostat prevede che gli italiani saranno più vecchi in media di 5 anni (5,3 gli uomini, 4,8 le donne): la speranza di vita alla nascita sarà di 89,9 anni per i maschi e di 93,5 anni per le femmine. Un invecchiamento inesorabile della popolazione che cambierà anche gli scenari sanitari, con la necessità di sviluppare un’assistenza alla popolazione più anziana e anche di quella domiciliare.

Sardegna a rischio

Già dieci anni fa in Sardegna era emerso che questo secolo porterà a un progressivo crollo demografico. L’allarme era stato lanciato dai due sociologi Gianfranco Bottazzi e Giuseppe Puggioni, con lo studio “Comuni in estinzione”. Ed è emerso che il fenomeno dello spopolamento arriva da lontano: già tra il 1951 e il 2011 il 60% dei Comuni sardi ha perso popolazione e un terzo di questi (circa 70) ha avuto un calo demografico superiore al 40 per cento. Uno scenario che porterebbe a una progressiva desertificazione di abitanti dell’Isola, decine di Comuni scompariranno entro il 2086. Le previsioni «choc», come sono state definite dai due studiosi, stanno trovando già la prima conferma dieci anni dopo: tra il 2012 e l’inizio del 2023 la Sardegna è passata da un milione e 656mila abitanti a un milione e 577mila di abitanti, quasi 80mila in meno. Un segnale inquietante che proiettato verso il 2100 sembra andare nella direzione delle previsioni più pessimistiche. 

Spopolamento da fermare

La Regione sta provando a contrastare lo spopolamento con una serie di provvedimenti che potrebbero quanto meno limitare il fenomeno. Sono stati stanziati 360 milioni di euro secondo tre direttrici socio-economiche legate ai Comuni con meno di 3mila abitanti: il bonus nascite, le agevolazioni per le attività produttive e i mutui per la prima casa. Il governatore Christian Solinas sostiene che si vedranno presto i risultati: «Per la prima volta la Sardegna ha potuto beneficiare di risorse vere e certe per contenere e contrastare il fenomeno dello spopolamento». Non ci vorrà molto per capire se ci saranno effetti reali sul crollo demografico, sull’inesorabile declino di abitanti per la Sardegna. Le previsioni statistiche ci danno poche speranze, anche se le lancette del tempo sulla fine del primo Comune si stanno spostando in avanti. Nello studio universitario del 2013 si pensava alla cancellazione di Semestene già nel 2025. In trent’anni la popolazione del paesino del Meilogu si è più che dimezzata ma sopravvivono 139 abitanti: per fortuna non sembrano avere intenzione di fare le valigie nei prossimi due anni. È un piccolo inizio, ma si spera non resti solo una goccia nel futuro deserto Sardegna. Bisogna spingere più lontano possibile il 2100, il ventiduesimo secolo rischia di vedere un’Isola con appena 900mila abitanti. 

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