È tornato. Ed è subito un successo. Dopo nove anni (una pausa di due) “Temptation Island”, il reality condotto da Filippo Bisciglia su Canale 5, piace ancora. E tanto. Lo dice lo share: oltre il 25% degli italiani ogni lunedì sera resta incollato alla tv a seguire diatribe amorose di giovani coppie incerte. Perché? Forse sarà la formula, o forse i tradimenti e le riconciliazioni che fanno sembrare vita vera il reality, fatto sta che “Temptation Island” è divertente: Filippo nelle vesti di pseudo-psicologo è irresistibile, specie quando porge i video come se fossero pezzi di inconscio, così come il falò sembra uno dei momenti più alti della nostra tv.

Il format. Nato dalla fucina potentissima di Maria De Filippi, Temptation piazza la cornice e poi riempie il quadro di pura tecnica televisiva: sette giovani coppie, non sposate e senza figli, chiuse in un noto resort a Santa Margherita di Pula, gli uomini separati dalle donne, tutti indotti in tentazione da una squadra di 14 bellissimi e 14 bellissime. Gorgeous, direbbero gli americani. A volte la tentazione è fatale e le corna diventano d’uopo, la coppia scoppia, altre volte invece no. A ogni modo, tra pentimenti, tradimenti e perdoni, accade di tutto. Durante i faccia a faccia (ovvero, i falò), i fidanzati si rivedono, piangono, litigano, a volte si disperano. Le telecamere spiano, il pubblico fa il tifo.

Il successo. Ora, liquidare l’intera faccenda come un trash sarebbe una tentazione, comprensibile ma troppo banale. Perché questo programma riesce ad andare oltre certi confini di genere, supera il cattivo gusto di molti reality e fa diventare socialmente accettabile non solo guardare ma anche ridere (e tifare) di quello che succede ai più o meno sciagurati uomini e donne dello show. Certo, i protagonisti che parlano in un italiano parecchio zoppicante o confessano con tono solenne quanto “questa esperienza” sia decisiva per capire cosa provano davvero e a che punto sia la loro relazione, fanno abbastanza sorridere. Ma non sono mai di cattivo gusto. Sarà per questo che ogni settimana il programma che dispensa narrazioni basiche di sentimenti tritati all’inverosimile, bailamme sui social, commenti su commenti per censurare o esaltare le gesta dei protagonisti, fa il pieno di ascolti. Si spiano i comportamenti e si litiga perché lui ha sfiorato l’altra o chiaramente la desidera, oppure, emergono le magagne annidate nella coppia d’origine. E questo che piace?

Da vedere. Qualcuno sostiene (e in parte sarà anche vero) che “Temptation Island” piace perché guardandolo crea una sorta di meccanismo di immedesimazione tra il pubblico e i personaggi. Cioè, detto diversamente, nelle dinamiche che vediamo attraverso le coppie, ritroveremmo pezzetti delle nostre relazioni presenti o passate. Che sia vero o meno, il dubbio resta forte, un fatto è certo. Una volta che si viene agganciati è “finita”: bisogna assolutamente vedere come finisce.

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