Sabato la finale tra All Blacks e Sud Africa sarà l’atto finale di un mondiale di rugby memorabile. Forse non per la Francia padrona di casa, eliminata ai quarti, e neppure per l’Italia, asfaltata a più riprese, ma per spettacolo, intensità, giocate. Una meraviglia per Ovalia. 

In questo splendido spot per la palla ovale si è acceso uno scandalo a sfondo razziale. Uno schema rovesciato rispetto a quello consueto.

Al minuto 28' di Sudafrica-Inghilterra, con il (Sudafrica sotto 3-9) un inglese bianco in maglia bianca la divisa tradizionale dell'Inghilterra si è rivolto all'arbitro per accusare il rivale nero di averlo insultato con una frase razzista.

Questo è il dialogo.

«Sir, il tallonatore sudafricano mi ha chiamato f...a bianca,  (white cunt ndr) che cosa devo fare?».

«Nulla, per favore, me ne occupo io».

I protagonisti del dialogo sono l'inglese Tom Curry, un metro e 90, 110 chili, bianco e l'arbitro, il neozelandese Ben O'Keeffe, a cui nel rugby ci si rivolge con il "Sir". Il tallonatore sudafricano è Bongi Mbonambi, un metro e 80, 108 chili (di colore). Il palcoscenico della scena surreale

è il prato dello Stade de France a Parigi-Saint Denis durante la semifinale della coppa del mondo vinta dal Sud Africa sull'Inghilterra con il punteggio di 16-15.

Tom Curry sapeva benissimo che la sua accusa sarebbe riecheggiata in tutto il mondo perché l'arbitro nel rugby è microfonato senza filtri per telecronisti e pubblico. Il pubblico ascolta in diretta i dialoghi fra arbitro, giocatori e Tmo, la Var del rugby.

Aggiungere che l’Inghilterra è stata sconfitta contro ogni pronostico, dopo aver dominato tutta la gara tranne gli ultimi dieci fatali minuti. Per il quindici della Rosa la sconfitta è stata devastante, perché pur non avendo giocato un rugby eccelso era l’unica europea rimasta in gara. I media inglesi hanno aperto tutta la loro potenza di fuoco. Così è scoppiato il caso Mbonambi:  il nero che secondo Curry è stato razzista con un bianco. Come si sono affannati a spiegare le fonti Springboks “secondo Curry". Non ci sono infatti al momento audio disponibili, c'è solo quel dialogo fra l'inglese e e l'arbitro che non prova nulla. C’è la sola parola dell’inglese che non basterà con ogni probabilità a far scattare la squalifica per il tallonatore.

I francesi, che come diceva il maestro Conte, “s’incazzano”, hanno fatto comunella con gli inglesi, anche perché sono usciti dal mondiale per mano sudafricana  e “secondo loro” per chiara responsabilità dell’arbitro O’Keeffe, reo di una decisione controversa nel drammatico quarto di finale contro i Boks. Partita in cui il pubblico non è stato all’altezza del rugby, chiedendo a gran voce un giallo per Etzebeth. Dieci minuti dopo il suo rientro gigantesco seconda linea sudafricano (monumento vivente del rugby mondiale) avrebbe sfondato le linee nemiche segnando la meta decisiva. Quello che in realtà Francia e Inghilterra faticano a comprendere, immerse nella loro celebre spocchia, è la forza di una squadra incredibile. Ma un ruolo decisivo nel cammino degli Springboks ha avuto anche la strategia. Da più parti viene contestata la scelta di portare in panchina sette avanti. Con la Francia il ricambio totale della prima linea, più il mediano di mischia (De Klerk) ha cambiato la partita.

Tornano allo scandalo razzista fa pensare il fatto che il Sudafrica avesse le quote neri nel rugby, ossia un determinato numero di giocatori di colore dovesse per forza essere schierato.

Mbonambi è una delle star degli Springboks, e della nazionale sudafricano, ma pesante anche dal punto vista tecnico, visto che in quel ruolo-chiave il ct Nienaber si trova scoperto in vista della finale della Coppa del Mondo di sabato 28 ottobre a Parigi contro la Nuova Zelanda. All Blacks che arrivano riposati alla meta ma che alla luce di quando accaduto a Johannesburg qualche anno fa non posso dirsi tranquilli.

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