Musica dal vivo, prezzi folli per i biglietti
Da qualche settimana nel mondo della musica si è aperto un grande dibattito sul “dynamic pricing”Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Sempre più cari e spesso introvabili. Continuano ad aumentare i prezzi dei biglietti per assistere ai concerti delle grandi star internazionali. E preoccupa soprattutto il meccanismo del “dynamic pricing”, un fenomeno che si è ripetuto anche qualche settimana, quando gli Oasis hanno annunciato una reunion e il tour. I tagliandi per i 17 concerti previsti sono andati esauriti in poche ore. Molti biglietti venduti inizialmente a 135 sterline sono stati piazzati a una cifra tre volte superiore (e anche di più) sulle piattaforme on line. «Così si uccidono la creatività, il talento e le speranze del futuro della intera filiera della musica pop e rock internazionale», ha commentato Claudio Trotta, uno dei più importanti promoter italiani, patron di Barley Arts e Slow Musica. Spietata la sua analisi in un’intervista rilasciata alla rivista True.it.
La denuncia
«Da almeno 20 anni – sottolinea Trotta - il mondo dello spettacolo dal vivo internazionale è oggetto di un processo speculativo ai danni delle passioni del pubblico di cui non sia vede la fine. Non solo il Secondary Ticketing che oltre ad essere un crimine perseguibile in molti Paesi, fra cui l’Italia grazie alla legge sull’applicazione del biglietto nominale, analizzandone le caratteristiche appare come una “scientifica” anticipazione del “dynamic” studiata anche e soprattutto per creare il panico della impossibilità di acquistare i biglietti per aumentarne a dismisura la sensazione di doverli possedere e quindi essere disponibili a pagarli cifre insensate. Vi è anche un aumento incontrollabile dei prezzi dei biglietti non sempre giustificato dai reali aumenti di costi».
Prezzi alle stelle
Sotto accusa le commissioni fatte pagare dalle piattaforme che vendono i biglietti. La questione è stata sollevata anche da numerosi artisti, come Neil Young, il cantautore canadese che ha protestato per quanto sta accadendo nell’industria della musica dal vivo. «Ricevo lettere che mi incolpano per biglietti da tremila dollari. Quei soldi non vanno a me. Gli artisti devono preoccuparsi dei fan derubati che li incolpano per le commissioni di Ticketmaster. È finita. I vecchi tempi sono passati», ha commentato l’artista. Ma le polemiche non si placano. L’ultima in ordine di tempi riguarda di Green Day, rock band americana con milioni di fan in tutto il pianeta che qualche mese fa aveva firmato una lettera aperta contro la speculazione sui prezzi dei biglietti. I ticket il loro prossimo tour mondiale sono stati messi in vendita a prezzi altissimi e destinati ad aumentare con il passare dei giorni. La notizia è stata diffusa nei giorni scorsi dal The Guardian e rilanciata da molte testate italiane, come Rolling Stone che ha dedicato un articolo alla vicenda.
«I primi tagliandi – si legge - sono stati messi in vendita per i concerti a Melbourne, Sydney e Gold Coast tramite Ticketmaster. I più economici costavano 200 dollari australiani, vale a dire 120 euro o poco più (più spese e diritti vari). Quegli stessi biglietti inseriti da Ticketmaster nella categoria In Demand, ovvero oggetto di grande richiesta, sono poi passati a 500 dollari (circa 300 euro) a causa del meccanismo del dynamic pricing, suscitando le reazioni degli acquirenti». Rolling Stone segnala anche che «un portavoce di Ticketmaster ha spiegato che il prezzo dei biglietti non è fissato dal colosso del ticketing, ma dagli artisti e dai loro team e che il dynamic princing sarebbe vantaggioso per i fan, anche per quelli che comprano biglietti a prezzo diciamo così regolare».
Le indagini
Sull’aumento dei biglietti è in corso un’indagine dell’Autorità sulla concorrenza e dei mercati del Regno Unito. Ma nel frattempo la speculazione continua. Claudio Trotta non è ottimista: «La mia sensazione purtroppo è che sia troppo tardi e che il futuro per il pubblico che vuole fruire di musica dal vivo e non solo consumare acriticamente e per i giovani presenti e futuri artisti, maestranze e creativi sarà molto difficile».
Nel frattempo la corsa ai biglietti non si arresta. Le grandi stelle del pop e del rock hanno già annunciato i tour invernali nei palazzetti dello sport e nelle piattaforme specializzate fioccano gli acquisti di ticket con i prezzi che variano da 70 a 900 euro. Un fenomeno di cui sta occupando anche il parlamento europeo. Il 3 settembre Brando Benifei (Pd) ha presentato un’interrogazione alla commissione europea. «Dobbiamo intervenire per limitare queste pratiche e difendere i diritti dei consumatori».