Professione guida naturalistica. Sandro Mezzolani ha 60 anni, vive a Cagliari ma la città evidentemente gli sta stretta se da trent’anni ogni fine settimana, estate e inverno, primavera e autunno, accompagna i visitatori a conoscere gli angoli più nascosti dell’isola. A piedi, trekking ma per tutti: «Circa 14-15 chilometri al giorno, uno sforzo fisico praticamente a portata di chiunque».

Sandro Mezzolani, 60 anni (foto concessa da Sandro Mezzolani)
Sandro Mezzolani, 60 anni (foto concessa da Sandro Mezzolani)
Sandro Mezzolani, 60 anni (foto concessa da Sandro Mezzolani)

Quante persone ha portato in giro per l’isola?

«Nell’arco di tutti questi anni circa 6 mila persone hanno partecipato ai nostri trekking. Quasi tutti hanno cominciato a seguire non hanno mai smesso. Diciamo che i nostro piccoli tour sono seguiti da circa 1500-1700 persone all’anno. Un bel risultato a mio avviso in una regione che ha tantissime potenzialità ancora inespresse».

Per esempio?

«Le miniere. Io ho cominciato proprio come guida mineraria. Il settore dell’archeologia industriale è ancora poco sviluppato in Sardegna, il patrimonio culturale e naturalistico del Sulcis Iglesiente e del Guspinese Arburese è immenso e può far nascere una nuova economia in luoghi che hanno patito la fine dell’epopea mineraria e sono stati traditi dall’industria. Ma non sono da trascurare neppure le miniere del Sarrabus e del Gerrei, anche quelle in gran parte abbandonate».

Sandro Mezzolani, 60 anni (foto concessa da Sandro Mezzolani)
Sandro Mezzolani, 60 anni (foto concessa da Sandro Mezzolani)
Sandro Mezzolani, 60 anni (foto concessa da Sandro Mezzolani)

Oppure?

«I cammini religiosi. Quello di Santa Barbara, per ora, è l’unico già attivo almeno in parte e completo, 570 km tra Nebida, Montevecchio, Orbai, Rosas, Villacidro, Carbonia e Iglesias. Certo, difficilmente arriverà ai numeri del cammino di Santiago di Compostela, ma può arrivare a toccare tutti i paesi della Sardegna che hanno un legame con la padrona dei minatori in tutti quei centri dove la storia è passata attraverso all’estrazione mineraria. Certo, in Spagna esiste un’organizzazione che dalle nostre parti è tutta da costruire e la Regione deve avere un ruolo fondamentale, così come i Comuni. Comunque nel tratto del Sulcis Iglesiente e del Guspinese del cammino di Santa Barbara sono già attive sette locande in grado di ospitare i pellegrini. È un primo passo importante, in attesa degli altri».

Sandro Mezzolani, 60 anni (foto concessa da Sandro Mezzolani)
Sandro Mezzolani, 60 anni (foto concessa da Sandro Mezzolani)
Sandro Mezzolani, 60 anni (foto concessa da Sandro Mezzolani)

I trekking più belli da lei proposti?

«Quelli che piacciono di più agli escursionisti, secondo la mia esperienza, sono quelli di S’Istrada Longa a Burcei, a Monte Corrai (Oliena), le vie dell’Argento tra Burcei e San Vito e le Miniere nel blu a Masua».

La Regione che può fare?

«Ancora tanto, ma qualcosa si sta muovendo. La sistemazione dei sentieri ad opera dell’Ente Foreste, per esempio, è un tassello importante in questo percorso che punta a far diventare la Sardegna meta degli escursionisti di tutta Europa. La nostra Isola ha angoli incantatati e poco conosciuti, una natura selvaggia e incontaminata, una densità di popolazione così scarsa in certe zone dell’interno che ha contribuito a preservarla. Elementi fondamentali per allargare la stagione turistica, per esempio. Noi ci crediamo perché vediamo negli occhi dei visitatori che accompagniamo nei trekking la gioia, lo stupore, la meraviglia della scoperta di suggestioni uniche».

Le vostre escursioni?

«Sono organizzate tutto l’anno, d’estate ovviamente verso il mare, cercando spiagge o approdi fuori dal grande circuito dell’industria delle vacanze».

Chi partecipa?

«Persone di ogni estrazione sociale e culturale, in generale il settanta per cento dei gruppi è composto da donne, più interessate degli uomini verso il trekking e la scoperta naturalistica o culturale di angoli della Sardegna inesplorati».

Occorre attrezzatura particolare?

«Scarpe da trekking e gli indumenti scelti in base alle condizioni meteo».

Dotazioni di sicurezza?

«I nostri gruppi sono sempre dotati di gps satellitare, fondamentale per non perdere l’orientamento e i contatti con eventuali soccorritori in caso di incidenti».

Sandro Mezzolani, 60 anni (foto concessa da Sandro Mezzolani)
Sandro Mezzolani, 60 anni (foto concessa da Sandro Mezzolani)
Sandro Mezzolani, 60 anni (foto concessa da Sandro Mezzolani)

È mai capitato qualcosa di sgradevole?

«In tutti questi anni non abbiamo mai corso reali pericoli ma ci siamo sempre mossi con estrema prudenza. Ricordo una volta, siamo stati costretti a trascorre una notte all’addiaccio sui Sette Fratelli perché un torrente si è ingrossato all’improvviso e per evitare ogni rischio non abbiamo tentato di guadarlo, ma ci siamo accampati in un logo sicuro e poi l’indomani mattina siamo riusciti a superarlo senza difficoltà».

Natura e cultura, nient’altro?

«Cerchiamo sempre di organizzare spuntini negli ovili o negli stazzi o nei paesini che attraversiamo con il trekking. Un pranzo in una piccola azienda agricola gratifica moltissimo anche l’economia locale che si sta abituando ad accogliere gli escursionisti in n erto modo, proponendo piatti tipici, della tradizione».

Paolo Carta

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