Un torneo di tennis per ricordare Matteo Cannavera. Non un torneo qualsiasi: si tratta di una manifestazione giovanile valida come selezione ai campionati nazionali under 11, 12, 13, 14 e15. D’altronde Matteo era uno di loro: nel 2008 aveva vinto i campionati italiani under 13 ed era nel giro delle nazionali. Poi la scelta di dire no alla convocazione per quattro anni al centro tecnico della Federtennis di Tirrenia. Allo studio del tennis da aspirante professionista ha preferito gli studi di economia e finanza, l’università negli Usa e il lavoro a New York. Sino a quando, nel marzo del 2022, non è stato trovato senza vita nel letto della sua abitazione a Brooklyn: aveva 25 anni.

Matteo Cannavera (foto concessa dalla famiglia Cannavera)
Matteo Cannavera (foto concessa dalla famiglia Cannavera)
Matteo Cannavera (foto concessa dalla famiglia Cannavera)

Un torneo itinerante: la prima edizione era stata organizzata a Poggio dei Pini, quest’anno sui campi di Maria Pia ad Alghero. «L’idea – racconta Carlo Porqueddu, il maestro che lo scopri insieme al gemello Alessandro sui campi dello Sporting club Quartu – è arrivata da una dirigente del circolo di Poggio dei Pini, Gloria Loi. Aveva conosciuto Matteo e il fratello Alessandro durante i tornei giovanili e di Terza e Quarta categoria, era rimasto colpito non soltanto dal loro livello di gioco, ma anche dalla loro educazione, dalla loro sportività. L’ho detto ai familiari, alla madre e al fratello Alessandro, hanno accettato di legare il nome di Matteo a un torneo di tennis giovanile».

Annuisce Alessandro, il gemello che da ragazzino è maturato tennisticamente più tardi rispetto a Matteo ma poi ha raggiunto ugualmente altissimi livelli, arrivando a giocare in Serie B a tennis per il Margine Rosso e che adesso, dopo la laurea in Medicina, sta frequentando la scuola di specializzazione in Chirurgia e ha lasciato il tennis per il padel. 

Matteo e Alessandro Cannavera campioni d'Italia di Terza categoria in doppio nel 2013 (foto concessa dalla famiglia Cannavera)
Matteo e Alessandro Cannavera campioni d'Italia di Terza categoria in doppio nel 2013 (foto concessa dalla famiglia Cannavera)
Matteo e Alessandro Cannavera campioni d'Italia di Terza categoria in doppio nel 2013 (foto concessa dalla famiglia Cannavera)

Carlo Porqueddu ricorda benissimo l’arrivo dei due gemelli Cannavera nel circolo di tennis: «Si erano da poco trasferiti a Quartu, proprio di fronte allo Sporting. Giocavano a calcio, un cuginetto li ha spinti al tennis, dopo un corso estivo a undici anni si capiva che erano due talenti veri, sia per le doti fisiche affinate con il calcio, sia per le doti tecniche e per il modo di stare in campo. Matteo è stato molto più precoce, Alessandro aveva all’inizio poca esplosività nel servizio e nel rovescio, è maturato più tardi ma ha giocato anche lui da Seconda categoria».

Matteo Cannavera ha bruciato le tappe anche a livello nazionale: batteva l’attuale azzurro di Coppa Davis Lorenzo Sonego, tanto per capirci, nei tornei giovanili e veniva convocato regolarmente nei raduni con i migliori talenti d’Italia. Poi dopo lo scudetto under 13 la proposta. «Partimmo per Tirrenia – ricorda Carlo Porqueddu il padre, Matteo ed io, per rispondere alla convocazione del responsabile tecnico Renzo Furlan ma con le idee già chiare. Meglio la certezza dello studio, dell’università, che il rischio di dedicarsi anima e corpo nel tennis senza avere la certezza di diventar professionista. Una scelta di vita- prosegue Porqueddu – che io non solo ho accettato ma che condivido. Il mio ruolo di tecnico penso che sia quello di far innamorare i ragazzi dello sport, ma senza trascurare lo studio, che è più importante. Sono contendo che ogni anno le qualificazioni sarde per i campionati nazionali giovanili siano dedicati a Matteo. Tutti devono sapere chi era questo ragazzo d’oro, può essere ancora un esempio non solo per quello che ha fatto sul campo ma per come è rimasto sempre legato allo sport».

La squadra di Serie B del Tc Margine Rosso con i fratelli Cannavera (foto concessa dalla famiglia Cannavera)
La squadra di Serie B del Tc Margine Rosso con i fratelli Cannavera (foto concessa dalla famiglia Cannavera)
La squadra di Serie B del Tc Margine Rosso con i fratelli Cannavera (foto concessa dalla famiglia Cannavera)

Perché Matteo Cannavera, dopo il gran rifiuto alla Federazione , non ha smesso con il tennis, anzi, la racchetta è stato il passepartout che gli ha aperto le strade della Adelphy University di Garden City (New York), dove per meriti sportivi pagava solo la retta del college, non il corso universitario in Affari e finanza.

Carlo Porqueddu (foto concessa da Carlo Porqueddu)
Carlo Porqueddu (foto concessa da Carlo Porqueddu)
Carlo Porqueddu (foto concessa da Carlo Porqueddu)

Decisivo è stato un provino effettuato attraverso un video che si può ritrovare anche su You tube: «Dovevamo mandare un filmato ai tecnici dell’Università statunitense – ricorda il maestro Porqueddu – entro mezzanotte. Riuscimmo a completare il video alle 23, un palleggio dentro il campo coperto del Tc Assemini. Ma già conoscevano Matteo che aveva giocato a Denver durante un anno trascorso in un college con Erasmus».

«Mio fratello - prosegue Alessandro – è stato per tre anni premiato come miglior giocatore della Seconda divisione del campionato universitari, ha giocato con avversari come il britannico Edmund e il croato Coric che adesso sono tra i primi venti al mondo. E non ha mai trascurato gli studi: prima della laurea già lo chiamarono per lavorare in una società immobiliare che ristrutturava grattacieli a New York».

Matteo e Alessandro, due gemelli così uniti e così diversi. «Io – prosegue Alessandro – non avrei mai lasciato Cagliari per ragioni affettive, Matteo invece era curioso, aveva sete di conoscenza. Il quarto anno del liceo lo aveva trascorso a Denver, si era innamorato degli States, poi era tornato per l’Università e aveva trovato a New York il suo ambiente. Veniva poco in Sardegna, ma ovviamente ci sentivamo spesso, ci mandavano continuamente messaggi».

Matteo Cannavera (foto concessa dalla famiglia Cannavera)
Matteo Cannavera (foto concessa dalla famiglia Cannavera)
Matteo Cannavera (foto concessa dalla famiglia Cannavera)

Alessandro e Matteo hanno vissuto tanti momenti felici sia in famiglia (prima della perdita del padre, ucciso in pochi giorni dalla leucemia) sia grazie allo sport: insieme vinsero i campionati studenteschi di tennis quando frequentarono le Medie, guidati dal professor Raffaele Buono.  Adesso Matteo continua a vivere nel ricordo degli appassionati sardi, visto che è stato uno dei pochi giovani isolani a imporsi in campi nazionale (prima di lui solo Maurizio Spiga nel 1970, Fabrizio Murgia nel 1976, Anna Floris e Stefano Mocci, dopo di lui Nicolò Dessì, campione italiano under 14 nel 2017) e nella gioia di chi partecipa ogni anno al suo memorial. 

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