Cagliari, i nuovi voli fanno sperare in un inverno “meno freddo” per b&b, affittacamere e alberghi
Mura: «Dobbiamo proporre, soprattutto ai pensionati del Nord Europa, con notevoli disponibilità economiche, soluzioni a loro misura e convincerli a venire a “svernare” in Sardegna»Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Turisti in calo, ma incassi pressoché uguali all’anno scorso grazie all’aumento delle tariffe. A poche settimane dalla fine del 2025 è tempo di bilanci e analisi sul turismo a Cagliari. B&b, affittacamere e alberghi hanno risentito della fine della stagione estiva dei voli low cost. Secondo le stime delle associazioni di categoria, nel capoluogo l’autunno porta un calo tangibile degli affari. L’unica boccata d’ossigeno arriva dal turismo congressuale. Ma è poca roba, anche perché questo tipo di viaggiatori si concentrano nelle grandi città, si muovono da soli e non dormono più di due notti nella struttura ricettiva. Però, se il trend sarà confermato, e le nuove rotte invernali daranno buoni risultati sperare in un fine anno con in crescita rispetto al 2024 non è un’eresia.
Per il turismo questa fase coincide con la fine della “summer season” dei cieli. Altro che destagionalizzazione, secondo le stime delle associazioni di categoria, a Cagliari l’autunno porta una sensibile diminuzione degli affari. Maurizio Battelli, esperto del settore, è il presidente di Extra, associazione del settore extralberghiero. «I turisti a Cagliari sono scomparsi. Finiti i voli, finiti i viaggiatori», commenta. «Il giro d’affari di affittacamere e bed and breakfast si è ridotto, rispetto all’estate appena passata, dell’80%». Numeri in linea con gli altri anni, quando con la conclusione del bel tempo, le compagnie aeree preferiscono dirottare altrove i loro aerei. I numeri sono implacabili. «Nel capoluogo della Sardegna sono registrate oltre 2.400 strutture extralberghiere, in questo periodo – precisa Battelli – appena 350 sono occupate e non per tutte le notti». Come si sopravvive? «L’unica ancora di salvezza è il traffico turistico-aziendale, quello generato dai viaggi business e dagli stage. Soggiorni che durano poco più di una notte». Com’è andata la stagione appena conclusa? «Rispetto al 2024, che ha fatto registrare numeri da primato, leggermente in calo. In ogni caso ampiamente soddisfacente. Certo, si può fare di più e se non ci fosse stata la flessione di luglio e agosto – che sommati fanno il 50% del fatturato – avremmo battuto un altro record». E ora? «Siamo in fase di pianificazione, ci predisponiamo per la nuova stagione programmando la partecipazione alle fiere del settore». I prezzi saranno in aumento. «No – assicura il presidente di Extra – proporremo le stesse tariffe».
Laura Zazzara, presidente dell’associazione B&b in Cagliari, vede il bicchiere mezzo pieno. «Tutto sommato siamo più che soddisfatti, anche se abbiamo vissuto periodi di luci e ombre. Paradossalmente siamo andati meglio nei mesi di spalla, durante il passaggio tra l'alta e la bassa stagione turistica». Perché? «Ad agosto il rincaro dei voli ha penalizzato il capoluogo della Sardegna, così sono state preferite altre mete».
I gestori degli hotel vedono il bicchiere mezzo pieno. «Con la fine della “Summer season” Iata (che inizia l'ultima domenica di marzo e termina l'ultimo sabato di ottobre) è cambiata l’organizzazione delle compagnie aeree che durante l’estate prevedeva 90 destinazioni da e per l’aeroporto di Elmas», spiega Fausto Mura, presidente di Federalberghi Sud Sardegna, e albergatore quartese. «Anche i 30 hotel cagliaritani hanno lavorato bene. Sino all’ultimo sabato di ottobre, poi il taglio delle rotte ha causato il calo delle prenotazioni delle stanze. Con la fine della “Summer season” Iata è cambiata l’organizzazione delle compagnie aeree che durante l’estate prevedeva 90 destinazioni da e per l’aeroporto di Elmas. La pianificazione invernale dei voli è molto più bassa, anche se questa stagione andrà decisamente meglio delle precedenti: 33 nuove rotte, quasi tutti italiane, contro le 22 del 2024».
Troppo poco per parlare di destagionalizzazione. «Sì – conferma il presidente di Federalberghi Sud Sardegna – il vero problema è l’offerta: non siamo ancora attrezzati per un prodotto invernale. Da noi il clima è particolarmente favorevole, per questo dovremmo seguire l’esempio spagnolo». Quale? «Proporre, soprattutto ai pensionati del Nord Europa, con notevoli disponibilità economiche, soluzioni a loro misura e convincerli a venire a “svernare” in Sardegna». Tema che si rincorre dalla notte dei tempi. «Abbiamo un patrimonio archeologico inestimabile, e per i più dinamici, un territorio adatto al trekking, all’arrampicata e al ciclo-turismo. Perché non sfruttarli?». Mura va controcorrente. «Tutto sommato – dice - l’offerta sanitaria è soddisfacente, gli ospedali sono centrali. Comunque, questo tipo di pensionati hanno a disposizione coperture assicurative molto ampie».
