Duecento gruppi, migliaia di protagonisti, portabandiera delle tradizioni popolari dei rispettivi Paesi. L’Europeade è una grande vetrina, strepitosa nei colori, nelle danze, nelle musiche. Un caleidoscopio di diversità culturali, unite da una festa all’insegna dell’amicizia. La kermesse, giunta all’edizione numero 58, è approdata quest’anno, dal 12 al 16 luglio, a Gotha, cuore culturale e storico della Turingia, in Germania.

«Ci impegniamo per preservare il nostro patrimonio immateriale di cultura folkloristica tradizionale, che si tratti di musica, balli, canti o costumi», promettono gli organizzatori. E così è, ogni anno, durante i cinque giorni della kermesse, animati da circa cinquemila figuranti che si esibiscono in una pittoresca sfilata come pure in spettacoli nelle varie piazze cittadine. «I gruppi possono ballare, cantare e suonare la propria musica in costume durante tutto il giorno e tutta la notte, condividiamo la nostra cultura regionale con gli abitanti del luogo e gli uni con gli altri», sottolineano gli organizzatori.

Coro di Nuoro (foto Orunesu)
Coro di Nuoro (foto Orunesu)
Coro di Nuoro (foto Orunesu)

La rappresentanza della Sardegna non manca mai. Nuoro, capitale identitaria dell’Isola, quest’anno porta lì tante cose, visto anche il ruolo di ospite d’onore. Anzitutto la tradizione culturale, rappresentata dal Coro di Nuoro che interpreta canti e suggestioni sonore con la forza scenica degli abiti antichi della città, maschile e femminile. Porta anche i suoi prodotti tipici in uno stand allestito nel Forum dell’Europeade village. «La partecipazione di Nuoro all’Europeade è una grande opportunità per promuovere la città e il territorio», dice il sindaco Andrea Soddu, sbarcato a Gotha assieme all’assessore comunale a Turismo e cultura, Salvatore Picconi. «Si tratta di una delle più importanti manifestazioni folkloristiche che incentiva lo scambio culturale e l’unità dell’Europa attraverso la musica, la danza, i costumi e le tradizioni popolari. Sarà anche un importante passo per candidare la nostra città a ospitare, come già avvenuto in passato, questo prestigioso evento».

In effetti, la capitale della Barbagia ha un rapporto consolidato con l’Europeade, già approdata qui in tre edizioni: nel 1973, nel 1977 e nel 2003. Nel 2019 si è profilata una nuova candidatura. Ora il rilancio della proposta, confortato dall’ospitalità che comunque la Barbagia altre volte è stata capace di garantire. Nuoro ha anche una strada, in pieno centro, dedicata a De Clopper, fondatore di questa rassegna che non è solo una cinque giorni di allegria traboccante visto che il fiammingo che l’ha ideata dopo le tragedie delle due guerre mondiali aveva in mente un percorso di pace tra i popoli.

«Il 5 aprile 1964 in migliaia avevano capito che l’unica strada verso l’Europa di domani non poteva essere che quella del cuore», scriveva Mon De Clopper, presidente del comitato dell’Europeade. Lui era nato nel 1922 ad Anversa dove è morto nel 1998. Nel 1946 aveva fondato “De bundeling”, comunità per la vita spirituale neerlandese. Nel 1952 l’idea di riunire i gruppi di danza popolare cattolici nella Federazione fiamminga per l’arte popolare cattolica che diventa poi un’organizzazione pluralistica. Il suo sogno di un’Europa di libertà e pace, unita non solo dal punto di vista economico con il carbone e l’acciaio, lo porta nel 1964 a realizzare la prima Europeade assieme ai cofondatori Robert Muller Kox, Edith Harbarth, Simonne Parpaillon, Leon Wery e Willem De Meyer.

Anversa accoglie fiamminghi, olandesi, inglesi, francesi, tedeschi ed esuli ucraini, jugoslavi e polacchi. Intonano le canzoni tradizionali, ballano le danze dei rispettivi Paesi di cui portano anche gli antichi abiti. Tante diversità nello stesso palcoscenico, in cui l’orgoglio locale, ancorato alle radici e alle eredità del passato, diventa condivisione, momento di rispetto e reciproco confronto. Decolla così l’idea di un’Europa della cultura privilegiando le arti popolari e l’unità tra i popoli. Un clima di fraternità che è un ponte naturale anche quest’anno, pur in clima turbato dalla guerra in Ucraina.

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