Nel fumetto in cui è comparso per la prima volta il protagonista lo usava in Africa per fare strage di elefanti, rinoceronti e bufali. Qualche volta però tra le vittime c’erano anche gli indigeni, i pigmei rossi. “Il fucile elettrico di Thomas A. Swift” è un romanzo per ragazzi dell’inizio del ‘900 su cui si sono abbattute critiche e accuse di razzismo. All’epoca quell’arma in grado di uccidere a distanza con una scarica di corrente non esisteva ancora, adesso invece c’è. E continua a essere al centro delle polemiche.

Il taser, finito nel mirino negli ultimi giorni per la morte di due persone – una a Olbia, Gianpaolo Demartis, una a Genova – inventato dall’americano Jack Cover, prende il nome proprio da quel libretto. Il titolo originale è “Thomas A. Swift’s Electronic Rifle”. L’acronimo è Taser, appunto.

Cover, un fisico scomparso nel 2009 e che secondo la sua biografia avrebbe collaborato anche con Enrico Fermi, ha brevettato la sua arma elettrica nel 1972, ma i modelli in uso alle forze dell’ordine in diversi Paesi sono stati perfezionati solo a partire dal 1998.

Sono circa cinquemila le pistole elettriche attualmente in dotazione alle forze dell’ordine italiane. Dopo la fase di sperimentazione avviata nel luglio 2018, il taser è entrato ufficialmente negli equipaggiamenti di polizia, carabinieri, guardia di finanza e, dal 2022, anche delle polizie locali.

Classificata come “arma propria”, rilascia scariche elettriche ad alto voltaggio (circa 50.000 volt) e basso amperaggio, alimentate da una batteria da 7,2 volt. Le linee guida stabilite nel 2018 indicano una distanza di utilizzo compresa tra i tre e i sette metri e una durata standard di cinque secondi per ciascuna scarica.

Il protocollo operativo prevede che il taser venga utilizzato innanzitutto come deterrente. Gli agenti devono mostrarlo senza impugnarlo, per scoraggiare aggressioni o altre azioni pericolose. Il puntatore laser o il “warning arc” – il crepitio prodotto dall’arco voltaico senza scarica – possono essere impiegati per dissuadere.

Secondo le regole solo in caso di mancata risposta a queste forme di avvertimento è consentito premere il grilletto e azionare l’arma. Le linee guida richiamano inoltre all’attenzione sulle possibili conseguenze: il rischio di caduta della persona colpita, le condizioni di vulnerabilità (come gravidanza o disabilità motorie) e la necessità di un’immediata valutazione sanitaria. Dopo ogni utilizzo è obbligatorio l’intervento di un medico.

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