Renzo Furlan: «Fidatevi di Sinner, sarà al top»
Il coach che ha portato Jasmine Paolini a numero 4 del ranking presenta gli Us OpenPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Dobbiamo preoccuparci?
«Per quale motivo?».
Per il malore di Jannik Sinner nella finale di Cincinnati.
«Assolutamente no. Sono cose che possono succedere».
Colpa di un virus.
«Ripeto, può succedere. A Cincinnati c’è sempre una forte escursione termica tra il giorno e la sera, potrebbe essere stato provocato dall’alimentazione o dall’aria condizionata. Può succedere a tutti, stavolta è capitato a lui».
Renzo Furlan ha 55 anni, è stato un tennista professionista giocatore di Coppa Davis per l’Italia, capace di arrivare al numero 19 della classifica mondiale nel 1996, per anni ha diretto il centro tecnico della Federtennis a Tirrenia, dove ha curato la crescita dei migliori talenti italiani, come coach ha portato Jasmine Paolini alla posizione numero 4 del mondo e alle finali del Roland Garros e di Wimbledon nel 2024. Oggi Furlan è un apprezzato commentatore televisivo per Sky, in attesa di tornare nella panchina di qualche tennista professionista.
Gli appassionati italiani sono in ansia, stanno per incominciare gli Us Open a New York.
«Ansia perché?».
Per Sinner.
«Non devono esserlo, Jannik sta attraversando un ottimo momento».
Malgrado il malore di Cincinnati?
«Ripeto, è stato un caso, un episodio. Se prendiamo il cammino dell’azzurro dopo i tre mesi di squalifica, ha giocato soltanto finali, vincendo a Wimbledon, a parte il torneo di Halle».
A New York rischia di perdere il primo posto nella classifica mondiale.
«Dobbiamo considerate che Sinner non ha potuto giocare per tre mesi a causa della squalifica famosa, il patteggiamento per il doping che poi non era doping. In quei mesi ha perso punti importanti, potrebbero essere decisivi nella corsa al primo posto Atp».
Alcaraz sembra in grande crescita.
«Sinner e Alcaraz sono una spanna, forse anche di più, sopra tutti gli altri, sono loro a contendersi lo scettro del tennis mondiale e credo anche gli Us open a Flushing Meadows».
Le doti maggiori dello spagnolo?
«Alcaraz ha una varietà di gioco incredibile, ha un repertorio completissimo, sa fare tutto e molto bene, anche visivamente colpisce di più l’appassionato».
Il punto debole?
«È più incline ad avere alti e bassi nella stagione e nel corso della partita».
Le doti maggiori di Sinner?
«È più continuo di Alcaraz, anzi, di tutti, gioca profondo, tira forte sulle righe, un tennista quasi perfetto, non sbaglia quasi mai le scelte durante il match, è difficilissimo da affrontare per tutti perché ti toglie il tempo, il respiro con i suoi colpi da fondo».
Gli altri sembrano molto indietro.
«Mi aspettavo che Draper, Musetti e Shelton si avvicinassero un po’ di più quest’anno a Jannik e Carlos. Invece no, non è accaduto: Draper ha giocato un’ottima prima parte di stagione, poi qualche guaio fisico l’ha frenato. Lo stesso possiamo dire di Lorenzo Musetti, quasi perfetto sulla terra battuta, adesso sta avendo un calo, anche lui a causa di qualche infortunio. Shelton non è cresciuto quanto mi sarei aspettato».
Rune?
«Troppo discontinuo, per adesso».
Zverev?
«È sempre lì, tra i primi, gli è però sempre mancato l’acuto in un torneo del Grande Slam, prima quando c’erano Nadal, Federer e Djokovic, adesso nell’era Sinner-Alcaraz, ma resta un ottimo giocatore».
Medvedev ha vinto a New York.
«Ma è in calo, il suo è un tennis troppo dispendioso, gioca troppo lontano dalla riga di fondo, praticamente di pura regolarità sfruttando la profondità del palleggio e il servizio, appena è sceso un po’ di rendimento ha perso di vista i migliori».
Djokovic?
«Tre slam quest’anno, tre semifinali, magari farà bene anche a New York, ma proprio questo percorso nel 2025 evidenzia livelli e limiti attuali: Sinner e Alcaraz sembrano ormai di un’altra categoria, ma attenzione sempre a Nole».
In campo femminile?
«C’è molto equilibrio, sarà un torneo molto interessante, in tante possono vincerlo alla vigilia. Mi aspettavo che Gauff diventasse la giocatrice da battere, invece nei momenti importanti del match perde ancora sicurezza nel diritto e nel servizio, non ha fatto quell’ulteriore salto di qualità anche se a New York ha già vinto. Il lotto delle potenziali campionesse a Flushing Meadows è nutrito: Swiatek, Sabaleka, Rybakina, Anisimova, Pegula, Andreeva, anche l’azzurra Jasmine Paolini e le statunitensi Navarro e Keys».
Insomma per Sinner possiamo stare tranquilli?
«Sì, credo proprio di sì».