Secondo la Questura erano in seimila i manifestanti che lunedì 27 novembre hanno invaso Cagliari per contestare la manovra finanziaria del Governo. Un botta e risposta fatto di accuse e di repliche, quello tra Cgil e Uil e la premier Meloni, che ha parlato di sciopero deciso in estate, quindi premeditato. Le accuse sulla precettazione sono state interpretate – soprattutto dal segretario della Cgil Maurizio Landini – come un duro attacco al diritto di sciopero. Proprio un comizio del leader della Confederazione generale dei lavoratori ha chiuso la grande manifestazione cagliaritana in piazza del Carmine.

In una lunga intervista a L’Unione Sarda, il segretario della Cgil ha spiegato i motivi dello sciopero: «L'economia italiana si è fermata, tutti i settori produttivi sono in grave difficoltà, cresce la richiesta di cassa integrazione. Si raccolgono i frutti della politica economica sbagliata e inadeguata dell’Esecutivo e della riduzione degli investimenti privati». Landini entra nel dettaglio: «Il Governo ha reintrodotto i voucher, liberalizzato i contratti a termine, aumentato la precarietà. Sulle pensioni è riuscito a peggiorare la legge Fornero. Fa cassa sui dipendenti pubblici e sui pensionati, bloccando le indicizzazioni. Mette vincoli tali da azzerare l’Ape Sociale e Opzione donna, non prevede nulla per il lavoro di cura e per la pensione contributiva di garanzia per i giovani. Inoltre, non si investe e non si fanno assunzioni su sanità pubblica e scuola, non si fanno politiche industriali, si abbandona il Mezzogiorno e addirittura non si utilizzano le risorse del Pnrr». L’accusa a Salvini sulla precettazione è potente: «Lo sciopero è un diritto soggettivo dei lavoratori sancito dalla Costituzione. Il ministro Salvini ha compiuto un atto autoritario e antidemocratico, senza precedenti. Abbiamo impugnato la precettazione e se pensano di intimidirci si sbagliano, continueremo a mobilitarci per migliorare la condizione delle persone».

Dal palco di piazza del Popolo a Roma aveva utilizzato parole forti sul destino del Paese: «L’Italia così va a sbattere», gridò all’indirizzo dei manifestanti: «Il Paese potrà riprendersi solo se cambieranno le politiche fin qui seguite e si risponderà ai bisogni delle persone. Quanto alla Sardegna, ha bisogno di infrastrutture viarie e ferroviarie per superare la condizione di arretratezza che blocca sviluppo e lavoro. La Finanziaria tace sui problemi dell'insularità». Del resto il segretario della Cgil ricorda che «oggi si è poveri anche lavorando. Vanno aumentati i salari e rinnovati i contratti. Inoltre, serve una legge sulla rappresentanza, per dare valore generale ai contratti sottoscritti dalle organizzazioni veramente rappresentative e per stabilire un salario minimo orario sotto il quale non si può scendere».

La conclusione è un appello ai giovani: «Scioperare e mobilitarsi è importante: solo con il protagonismo del mondo del lavoro, dei giovani, delle donne, delle pensionate e dei pensionati possiamo trasformare e dare un futuro al nostro Paese».

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