La soluzione contro ictus e aritmie: basta usare con regolarità il filo interdentale
Dopo trentotto anni di ricerca, un neurologo ha stabilito che una corretta pulizia dei denti riduce il rischio di malattie cardiovascolari, proteggendo cuore e cervelloPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Non roba da santoni. Né un manuale ad uso dei terrapiattisti. L’ultima in fatto di cervello e cuore in salute arriva dalla scienza. La notizia è che l’uso regolare del filo interdentale mette al riparo da ictus ischemici e aritmie. Con solide motivazioni raccolte dagli esperti in trentotto anni di studi (e le osservazione continuano ad andare avanti). C’è da crederci, insomma. Fideisticamente.
La scoperta, che un certo sollievo lo dà regalando di sicuro molta speranza, ha come prima firma quella di un neurologo americano, Souvik Sen, in servizio all’ospedale Prisma health Richland di Columbia, nella Carolina del Sud, dove insegna pure all’Università. Sen ha prima di tutto costruito il campione di riferimento, mettendo sotto osservazione 6.258 persone, con un’età media di 62 anni e senza malattie cardiovascolari.
È risultato che l’uso del filo interdentale abbassa il rischio di ictus: meno 22 per cento per quello ischemico (mancato apporto di ossigeno al cervello) e meno 44 per cento per il cardioembolico (ovvero i coaguli di sangue che partono dal cuore). La corretta igiene orale con il filo riduce del 12 per cento anche la fibrillazione atriale, «la forma più comune di aritmia cardiaca», è stato rilevato attraverso lo studio americano.
Ma qual è il nesso tra filo interdentale e salute di cervello e cuore? Il medico-scienziato ha spiegato che quanto più la bocca è sana, tanto meno si espongono all’infiammazione i tessuti che supportano i denti. Non solo: esiste anche una correlazione tra il processo di aterosclerosi (perdita di elasticità delle arterie) e rischio cardiovascolare. Del resto, se il sangue circola male, cuore e cervello vanno in sofferenza. Ancora: una scarsa igiene orale comporta la diffusione di batteri attraverso il sangue, un altro fattore che può provocare malattie a danno del sistema dei vasi sanguigni.
Non è certo la prima volta che i ricercatori si concentrano sulle diverse tecniche di pulizia dei denti. Uno studio del 2016, diffuso dagli Ordini professionali dei paradontologi, tanto in Inghilterra quando negli Stati Uniti, diceva l’esatto contrario. Ovvero che il filo interdentale fosse inutile e andasse preferito l’uso di spazzolino e scovolini. Adesso il ribaltamento. Meglio ancora: per il neurologo americano il filo aiuta a tenere sana la bocca a prescindere dallo spazzolamento regolare o dalle visite di routine dal dentista.
Sotto la lente del team guidato da Sen è finito intanto su tutti lo Streptococcus mutans, il batterio più diffuso nella bocca, perché legato alle carie. La sua caratteristica principale è la facilità con cui raggiunge il tessuto che riveste il cuore, provocando la endocardite infettiva, una delle concause dell’ictus ischemico. Non è finita: oltre al colesterolo, è l’infiammazione delle cellule a far perdere elasticità alle arterie, malattia cronica e progressiva, da cui non torna indietro (per essere chiari).
Lo studio americano è stato presentato agli inizi di febbraio a Los Angeles, all’interno dell’International stroke conference, appuntamento scientifico internazionale dedicato proprio al trattamento delle malattie cardiovascolari e alla salute del cervello. In California è stato messo in evidenza anche un aspetto non secondario: il filo interdentale è una soluzione economica che, in proporzione agli effetti positivi, innesca un virtuosismo non solo individuale ma anche collettivo. Infatti: riducendo di molto le ospedalizzazioni per le cure degli ictus, si abbassa anche la spesa pubblica per la sanità. Ovviamente si ragiona su grandi numeri. Ma sono quelli che fanno salire i costi dell’assistenza medica e ospedaliera. Un terzo del bilancio regionale in Sardegna.
La ricerca scientifica del neurologo americano si conclude con un’indicazione temperale: per proteggere cuore e cervello basta usare il filo interdentale una volta a settimana. Figuriamoci se lo si usa tutti i giorni.