E' stata travolta da uno tsunami di insulti. Sui social si è scatenato quello che gli inglesi chiamano "shitstorm". Nel mirino è finita Letizia Battaglia, icona indiscussa del fotoreportage italiano, presa di mira per gli scatti di una campagna pubblicitaria della Lamborghini. La casa automobilistica ha promosso l'iniziativa "Whit Italy, for Italy", un progetto che ha coinvolto alcuni tra i più rappresentativi esponenti della scena fotografica tricolore. Ma gli scatti dell'artista siciliana hanno scatenato un mare di polemiche. Prima sui social, poi anche nelle istituzioni. Il sindaco di Palermo Leoluca Orlando ha chiesto il ritiro delle immagini. Letizia Battaglia (che con il primo cittadino è stata assessora alla Vivibilità) ha incassato senza entrare nel merito delle fotografie ("Orlando non si tocca: 40 anni di lavoro per la città e per il suo progresso mi fa accettare la decisione. Forse è stato consigliato male") ma è diventata una furia per il polverone sollevato sui social network, in particolare tra fotografi e sedicenti tali. Sui forum si è letto di tutto. E pensare che si tratta di una delle firme più rappresentative e illustri della fotografia italiana.

Letizia Battaglia è nata a Palermo il 5 marzo 1935. I suoi scatti hanno lasciato il segno a partire dalla fine degli anni Sessanta, quando iniziò la sua carriera di fotoreporter con il giornale L'Ora. Dopo qualche anno si è trasferita a Milano, ma a partire dai primi anni Settanta ha documentato con coraggio stragi e delitti di mafia. Scatti che le hanno consentito di imporsi a livello internazionale. Ha esposto in tutto il mondo e pubblicato decine di libri. Ma tutto questo non è stato sufficiente per schivare insulti e critiche (spesso fuori luogo). Tantissimi hanno avuto da ridire anche sulle questioni tecniche legate degli scatti. In particolare sull'esposizione e sull'inquadratura. Sicuramente dettagli, ma oggetto di critiche che la fotografa ha respinto al mittente. C'è chi ha contestato anche la scelta del colore, visto che Letizia Battaglia ha lavorato prevalentemente con il bianco e nero. Cosa che ha fatto anche questa volta in quanto gli scatti sono stati post prodotti e sviluppati in entrambi modi (Lamborghini ha preferito quelli a colori).

Ma ci sono state accuse ben più pesanti. Qualcuno ha definito oscene le foto delle ragazzine accostate alle macchine Lamborghini. E tantissimi, in particolare sui social, hanno sottolineato che la fotografa ha ceduto a un clichè di matrice sessista che lega donne e motori.

Nei giorni scorsi Letizia Battaglia ha annunciato di voler lasciare il centro di fotografia nei capannoni Zisa a Palermo, un polo culturale che ha formato fior di professionisti.

La fotografa ha difeso quelle che chiama "le mie bambine", ovvero le ragazze che hanno posato nelle foto commissionate dalla casa automobilistica emiliana. "Loro sono in primo piano, la macchina resta dietro messa lì quasi senza significato. Le bambine guardano me, guardano il mare, non guardano l'automobile, lo capisci questo? Non sculettano davanti alla macchina, guardano me, sono con me", ha raccontato al critico Michele Smargiassi. La Lamborghini nel frattempo ha sospeso il progetto.

"Abbiamo deciso di eliminare i post con le foto di Letizia Battaglia realizzati per il progetto "With Italy, for Italy" in risposta alla richiesta del Sindaco di Palermo, Leoluca Orlando - si legge in una nota della casa automobilistica -a i rincresce che le immagini abbiano potuto urtare la sensibilità dei cittadini palermitani, ma a questo proposito ci preme chiarire che l'iniziativa generale nasce come atto di amore di Lamborghini per il suo Paese, per sostenerne il rilancio in un momento di grandi sfide come quello attuale. Quando abbiamo deciso di coinvolgere Letizia Battaglia eravamo consapevoli della forza e della potenza delle sue immagini, lei che, nella sua lunga carriera come fotografa, ha trattato temi di attualità e sempre molto delicati".

Da giorni sui social il dibattito è più acceso che mai. Molti fotografi professionisti si sono schierati con la reporter palermitana. In tanti hanno utilizzato in rete l'hashtag #iostoconletiziabattaglia. Ma non è bastato. La polemiche continuano. E purtroppo anche gli insulti.
© Riproduzione riservata