La centrale del 118 specializzata nel salvare vite umane
Più di 120mila chiamate in un anno nel quartier generale cagliaritano di via dei Valenzani: «Dal 2021, subito dopo il Covid, le missioni sono aumentate in modo esponenziale»Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Nel 2024 sono arrivate, smistate dalla centrale del 112 (il numero unico di emergenza), più di 120mila chiamate. Insomma, una media di quasi 330 telefonate al giorno, 13 ogni ora. Le richieste di soccorso si sono concretizzate in circa 95mila “missioni”, con l’intervento di personale sanitario, ambulanza e, nei casi più gravi, elicottero. E anche in questi primi mesi del 2025 i numeri sono in linea: gli interventi effettuati, a lunedì scorso, sono già stati più di 44mila. Per la centrale operativa del 118 di Cagliari, con quartier generale in via dei Valenzani, un super lavoro delicatissimo perché in gioco ci sono vite umane.
Chi risponde al telefono – infermieri specializzati – deve raccogliere le prime informazioni e inquadrare subito con delle domande precise la possibile patologia di chi sta chiedendo aiuto. Tutto con grande professionalità, sicurezza ma anche rapidità, perché quando c’è la salute di mezzo – e spesso una vita da salvare – pochi secondi possono fare la differenza. Nella centrale del 118 dell’Areus sono impegnati, 24 ore su 24, su vari turni, sette medici e una quarantina di infermieri specializzati E il telefono squilla ripetutamente.
«Dal 2021, subito dopo il Covid, le missioni sono aumentate in modo esponenziale. E non c’è stata più un’inversione di tendenza. Quella che era un’emergenza oramai viene gestita come quotidianità», spiega Daniele Barillari, direttore della centrale operativa del 118. Gli infermieri presenti in turno nella centrale rispondono alle telefonate “filtrate” dalla centrale del “112”. «In questo modo ci arrivano solo le chiamate per delle situazioni sanitarie, con tutti i dati più importanti del chiamante», spiega il direttore.
Gli infermieri seguono poi un protocollo ben preciso. Fanno delle domande alla persona che permette, con un’alta percentuale, di capire patologia e gravità: per la prima viene assegnata un numero, per la seconda un colore dal bianco al rosso, il più urgente. Sempre l’infermiere stabilisce l’invio di un’ambulanza di base (volontari), l’India (con infermiere), il mezzo Tango (con medico) oppure l’elicottero. E poi mantiene il contatto telefonico con il personale arrivato sul posto per decidere l’invio nell’ospedale più vicino e adatto al tipo di patologia.
Il numero più alto degli interventi è per patologie traumatiche, seguono poi quelle neurologiche, cardiocircolatorie e respiratorie. Il direttore della centrale operativa cagliaritana ricorda un aspetto fondamentale: «Di grande importanza è la collaborazione del cittadino che, in alcuni casi, può permettere di salvare una vita. Pensiamo a un arresto cardiocircolatorio: i soccorsi non possono arrivare in pochissimi minuti. Ma l’infermiere può fornire delle istruzioni necessarie per delle manovre salvavita». I casi reali esistono: in centrale ricordano un intervento salva vita da parte di un cittadino, assistito dall’operatore della centrale del 118, su una persona con un infarto in corso ma anche quello relativo a un parto in un’auto, di una donna che non è riuscita a raggiungere in tempo l’ospedale.
I medici in turno forniscono assistenza telefonica anche con i pazienti o i richiedenti aiuto, colloquiano con gli infermieri presenti sul posto dell’evento, e coordinano le altre attività come, per citarne alcune, i trasporti extra regione per trapianti di organi, la validazione dei piani per grandi eventi e manifestazioni, la registrazione dei defibrillatori automatici (Dae).
Il quartiere generale specializzato nel salvare vite ha ricevuto da poco anche la visita di Angelo Maria Serusi, nuovo nuovo commissario dell’Areus, in carica da un mesetto. Conosce bene l’azienda avendo avuto un ruolo fondamentale nel suo avvio, nel 2017. «La mia missione è quella di portare idee per migliorare il servizio dell’Areus. Sul fronte sanitario, una novità potrebbe essere quella di una centrale operativa del 118 integrata con la tele medicina: l’operatore medico, se il paziente sarà disponibile, potrà effettuare una videochiamata per un consulto medico a distanza. La sperimentazione potrebbe partite in tempi rapidi». E ci sono altre idee: «La comunicazione interna ed esterna», evidenzia Serusi, «sono fondamentali per far conoscere l’attività svolta da Areus e per migliorare il servizio di assistenza, dialogando con le Asl e gli ospedali. Il mio impegno in questa direzione sarà massimo». Tra gli altri obiettivi, la creazione «di una centrale operativa per i trasporti e trasferimenti programmati tra ospedali» e il potenziamento del servizio Nea con il numero “116117”, attivo sperimentalmente nell’Sulcis Iglesiente e in Ogliastra, per entrare in contatto con un operatore formato che possa fornire assistenza diretta o attraverso un trasferimento di chiamata al servizio competente.