Processo Maradona, esclusa la giudice che partecipa da protagonista a un documentario
Julieta Makintach, uno dei tre togati, ha dovuto rinunciare al suo ruolo dopo la proiezione del trailer di una miniserie basata proprio sullo svolgimento del giudizioDiego Maradona al Sant'Elia nel 1990 in Italia-Argentina 0-0 marcato da Ciro Ferrara (Archivio Us)
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Non c’è pace neppure da morto per Diego Armando Maradona. D10S, il più grande giocatore della storia del calcio mondiale, già da vivo ha assistito impotente agli assalti verso il suo patrimonio. Ci mancava soltanto che chi deve decidere sulle responsabilità della sua morte sia oggetto di uno scandalo che in Argentina fa discutere non poco: la giudice che si occupa del processo Maradona avrebbe consentito la realizzazione di un documentario non autorizzato dalla famiglia
La serie. Si chiama Julieta Makintach, ed è una dei tre togati che componevano il Tribunale orale numero 3 di San Isidro, dove si svolge il dibattimento sulla morte di Diego: ha dovuto rinunciare il 27 maggio al suo ruolo nel processo, dopo la proiezione del trailer di un documentario, pensato come una miniserie basata proprio sullo svolgimento del giudizio. La giudice è protagonista del documentario dello scandalo che sta quasi portando all'annullamento del processo in corso in Argentina sulla morte del PIbe de Oro. La serie si intitola "Giustizia Divina". Nel video proiettato in aula scorrevano immagini d'archivio di Maradona e della famiglia alternate con altre della giudice in azione nel processo o camminando per i corridoi del tribunale. Il montaggio e il tono generale con un'estetica cinematografica mostrano Makintach come il giudice che «cerca giustizia» parlando di «una storia che ha commosso il mondo». L'impatto della proiezione è stato devastante. Una delle figlie di Maradona, Gianinna si è sentita mancare; mentre uno degli avvocati difensori ha iniziato ad inveire contro Makintach gridando allo scandalo. «Lei ha mentito! Ha mentito prima e sta mentendo ancora adesso», ha incalzato il pm Patricio Ferrari, ribattendo alle ultime giustificazioni della giudice che affermava di aver rilasciato solo un'intervista. Per l'avvocato delle figlie Dalma e Gianinna, Fernando Burlando, si tratta un «fatto inedito nella storia della giustizia argentina» e il rischio adesso è che vengano vanificati mesi di udienze e presentazioni di un processo che ha tardato cinque anni a prendere il via. Hanno preso le distanze da Makintach anche gli altri due togati che compongono la terna giudicante. A loro sono affidate le sorti adesso del processo che vede imputati gli otto membri dello staff medico che aveva in cura Maradona.
La morte. Maradona è morto il 25 novembre per un edema polmonare acuto conseguente a insufficienza cardiaca e fu sepolto accanto ai genitori nel cimitero Jardin Bella Vista di Buenos Aires. Il feretro venne esposto in una camera ardente allestita all'interno della Casa Rosada a Buenos Aires, dove migliaia di persone si misero in coda per tributare l'ultimo saluto al campione argentino, prima dei funerali di Stato. Ma presto lo staff medico del fuoriclasse, che ha portato il Napoli a vincere il suo primo e il suo secondo scudetto, è finito sotto accusa perché non avrebbe curato il paziente con tutte le cautele del caso.