Il suo articolo su "Lancet", la rivista medica più prestigiosa e attendibile britannica, aveva provocato un terremoto: nel 1998 il medico inglese Andrew Wakefield aveva annunciato l'esistenza di un collegamento tra il vaccino trivalente (quello contro morbillo, pertosse e rosolia) e l'insorgere l'enterocolite autistica, una patologia caratterizzata da sintomi gastrointestinali e disturbi cognitivi riconducibili al disturbo dello spettro autistico. Il medico aveva preso in considerazione dodici bambini affetti da disturbi dello spettro autistico che avevano manifestato disturbi gastrointestinali dopo la vaccinazione e aveva indicato l'esistenza di una correlazione tra l'autismo e la vaccinazione. I vaccini, per dirla con un linguaggio non da iniziati, provoca l'autismo.

Una bomba. E gli scienziati di tutto il mondo, come capita sempre in queste occasioni, si misero a lavorare per valutare le conclusioni di Wakefield. E non ci misero molto a trovare una serie di falle in quegli studi. A cominciare dal fatto che il medico non aveva fatto un confronto tra le biopsie intestinali di bambini autistici e quelle di bambini senza quella patologia. Non aveva neanche comparato gli esami tra bambini vaccinati e bambini non vaccinati. Wakefield arrivò, per intendersi, a una conclusione non supportata neanche lontanamente da criteri scientifici. Uno studio talmente inattendibile che "Lancet", dopo essersi scusata con i lettori, ritirò l'articolo. Un episodio assolutamente nuovo per la prestigiosa rivista medica che mai in passato si era vista costretta a prendere una misura così drastica.

Una fake news vera e propria. Che, purtroppo, continua a circolare e a essere presa in considerazione a distanza di oltre vent'anni. E, soprattutto, che continua a fare a danni. Le prime conseguenze vennero alla luce immediatamente: i giornali pubblicarono la notizia che fece crollare la percentuale dei bambini vaccinati. In Gran Bretagna si passò dal 93 per cento al 75 per cento, addirittura a Londra si arrivò al 50 per cento. Nel 1998 si erano registrati, in tutto il Regno Unito, 56 casi di morbillo, dieci anni più tardi si arrivò a 1.348, con due decessi causati dal virus. In Irlanda scoppiò un'epidemia di polmonite ed edema cerebrale post morbillo che provocò il ricovero di un centinaio di bambini e la morte di tre di essi. Il morbillo che, quattordici anni prima, era stato dichiarato sotto controllo, tornò ad essere endemico.

Il mondo scientifico cercò di correre ai ripari. E la conclusione fu unanime: Wakefield era giunto a una conclusione personale senza alcuna prova scientifica. Ma il medico non si perse d'animo: scrisse un altro articolo per sostenere che il virus del morbillo causava il morbo di Crohn. Ancora una volta gli scienziati effettuarono una serie di controlli e scoprirono che anche questa era una conclusione errata. E lo stesso Wakefield fu costretto a ritirare lo studio. Intanto l'ospedale per il quale lavorava lo licenziò e si aprì un procedimento penale per colpa medica. Un vero e proprio ciarlatano. E anche, si scoprì in seguito, un personaggio tutt'altro che cristallino. Le indagini successive appurarono che il rappresentante legale di un gruppo di genitori con figli autistici lo aveva contattato, proponendogli di effettuare studi che dimostrassero la correlazione tra vaccini e autismo. L'obiettivo dell'avvocato era palese: voleva portare in Tribunale uno studio scientifico per puntellare una causa milionaria contro le case farmaceutiche che producevano il vaccino. Per quella "consulenza" Wakefield ricevette oltre cinquecentomila sterline. Il medico tentò di smentire l'affermazione ma un giornalista si mise sulle sue tracce e avviò un'indagine meticolosa: il lavoro di Brian Deer fu trasmesso dalla Bbc e il medico fu costretto ad ammettere di aver ricevuto quel denaro (anche se inizialmente parlò di una cifra più bassa). A quel punto, l'associazione dei medici britannici, il General medical council, non ebbe più dubbi e cacciò via Wakefield. Eppure, nonostante tutto questo, il medico riesca ancora a lavorare in altri Paesi, compresi gli Stati Uniti. Ed è diventato una sorta di guru dei novax mondiali. E continua a fare danni: secondo l'Oms, l'Organizzazione mondiale per la sanità, l'antivaccinismo è considerato tra le dieci più gravi minacce per la salute dell'umanità. Perché, in passato, si toccavano con mano gli effetti disastrosi di quelle malattie sconfitte dai vaccini: chi, tra i nati negli anni '60, non ricorda qualcuno con la poliomielite? C'è il rischio sempre più grande che malattie considerate ormai debellate, come il tifo o il vaiolo, possano ricomparire in una popolazione che non ha più gli scudi per sconfiggerle.
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