Cambiare vita, smettere di lavorare, trasferirsi ai Caraibi, potersi permettere ville da sogno, auto costose, magari la barca. Girare il mondo per puro svago senza l’ansia di dover tornare in ufficio a timbrare il cartellino e fingere di avere buoni rapporti con tanti colleghi. Un sogno, un desiderio, un obiettivo. Traguardo impossibile per i comuni mortali. Meno per chi è ricco di famiglia, appartenga a famiglie reali oppure...abbia fatto 13.

Così si diceva e ci si augurava un tempo. Il numero che per decenni è stato sinonimo contemporaneamente di sfortuna e fortuna, centro di gravità delle domeniche calcistiche dagli anni Cinquanta agli anni Novanta, indissolubilmente legato alle parole montepremi e Totocalcio e alla mitologica combinazione 1-X-2 (vittoria della squadra di casa, pareggio, successo esterno), oggi è stato soppiantato dal 6 del Superenalotto ma la sua memoria è rimasta viva diventando sinonimo di successo e buona sorte. Tanto che presto un suo surrogato tornerà alla ribalta nazionale. Con quale successo è da vedere, e comunque con modifiche importanti rispetto al passato, romantico, che aveva acceso la passione di milioni di tifosi e scommettitori.

Le origini

Ideato da Massimo Della Pergola, Fabio Jegher e Geo Molo, la schedina comparve nelle ricevitorie italiane il 5 maggio 1946 (si chiamava Totalizzatore calcio, la giocata costava 30 lire) e includeva 12 incontri. Diventò Totocalcio nel 1948 passando ai Monopoli di Stato e dal concorso 20 della stagione 1950-51 le partite salirono a 13: tutte quelle di A, due di serie B e due di C. Il montepremi veniva diviso tra chi azzeccava tutti i pronostici e chi si fermava a 12. Risale al dicembre 1993 il montepremi più elevato, 34.470.967.370 di lire (ai 1.472 tredici andarono poco meno di 12 milioni di lire ciascuno); al novembre precedente la vincita più alta, 5.256.635.320 miliardi di lire. Dal concorso 1 del 17 agosto 2003 fu inserita una quattordicesima partita, estremo tentativo di rivitalizzare un gioco fagocitato da altri più moderni e remunerativi. Ma non ebbe lo stesso impatto.

Una schedina del Totocalcio del 1982 (archivio)
Una schedina del Totocalcio del 1982 (archivio)
Una schedina del Totocalcio del 1982 (archivio)

Per capire cosa abbia significato la speranza di fare “13” del resto basterebbe vedere una sola volta il “Bar dello Sport”. Chi ha oltre quaranta anni probabilmente conosce il film girato nel 1983 con Lino Banfi che, nel periodo d’oro della carriera (al suo fianco anche Gerry Calà e Mara Venier), interpreta un uomo del sud immigrato a Torino ospite, mal sopportato, nell’abitazione del marito della sorella. Un impiegato grigio, modesto, poco propenso a lavorare duramente come invece si pretende (classico stereotipo che molti applicano ancora oggi) nel laborioso nord. Sino a quando, in un pomeriggio di partite (allora si giocavano tutte lo stesso giorno alla stessa ora), arriva l’incredibile vittoria per 2 a 1 del Catania sulla Juventus al Comunale. Il protagonista, occhiali con la montatura squadrata anni Settanta, maglia improbabile celeste con le maniche lunghe, bottiglia di vino aperta, ferro di cavallo in mano e pelata classica, accende la radiolina e comincia a segnare i risultati sportivi. Avellino-Torino, Genoa-Milan, Napoli-Pisa, Verona-Ascoli, Roma-Sampdoria, Inter-Lazio…Undici risultati sono buoni, poi segna la Fiorentina ed è gioia: «Ho fatto 12! Ho fatto 12! Non ci crede nessuno!» Va male con la Juve, che sta vincendo in casa col Catania mentre lui ha puntato sul 2: «Figuriamoci se perde». Pochi minuti dopo però, mentre ancora danza sul divano pregustando la vincita in arrivo, la scritta che compare in sovra impressione sullo schermo di un vecchio televisore col tubo catodico (Juventus-Catania 1-2, marcatore Cantarutti) gli cambia la vita. L’immigrato guarda, non capisce, si rigira, sgrana gli occhi, si rende conto. Sviene, si rialza, controlla ancora, festeggia. «No, non è infarto, non è infarto. È tredici. Ho fatto treeeedici! Che bello, sono più bello. Quando uno è ricco diventa bello. Improvvisamente. Sono ricco, c'ho tutto. Posso fare quello che voglio. Mi pettino. Mi pettino con lo spazzolino…sono miliardario». Il fortunato scommettitore ha vinto un miliardo e 256 milioni di lire, cifra altissima per gli standard di quel periodo. Le successive vicissitudini, e i rapporti ribaltati col cognato, chiudono una delle pellicole di maggior successo di Banfi.

Le nuove scommesse

Altri tempi. Oggi il Totocalcio di fatto è residuale, destinato a una nicchia di nostalgici e soppiantato da giochi che consentono di intascare somme davvero capaci di stravolgere la vita (anche se pochissimi rientrano dalle spese sostenute) con probabilità di vincita assolutamente più basse. Negli anni, sbarcato nelle ricevitorie il Superenalotto, sulla schedina è stato introdotto il 14esimo risultato, sono stati inventati il Totogol (che premiava chi azzeccava il numero esatto di reti nelle varie partite), i Gratta e vinci e il Win for life, sono state introdotte le scommesse su qualunque tipo di sport. Le classiche due colonne con le partite sono state messe da parte e praticamente dimenticate, anche perché ormai la Serie A si gioca in più giorni durante la settimana e conciliare le esigenze moderne del calcio con abitudini antiche è impossibile. Ma il fascino del 13 è rimasto immutato e inarrivabile.

Una vittoria al Totocalcio datata 1993 (archivio)
Una vittoria al Totocalcio datata 1993 (archivio)
Una vittoria al Totocalcio datata 1993 (archivio)

Tanto che la voglia di azzeccare i risultati è tornata prepotentemente alla ribalta, convincendo l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli a studiare una formula nuova che esordirà l’8 gennaio 2022. Sono state previste sei tipologie di pronostico: si vincerà ancora col 13 ma anche con l’11, il 9, il 7, il 5 e il 3. Le partite saranno divise su due pannelli: nel primo (otto match indicati come obbligatori) ci saranno quelle ritenute più equilibrate in programma dal sabato pomeriggio alla domenica sera; nel secondo gli incontri di cartello, tra le squadre più importanti (da 7 a 12 incontri definiti opzionali). Si giocherà con un pannello a “Formule”: il Formula 3 prevede la puntata su due eventi obbligatori e uno opzionale; il Formula 5 comprende tre eventi obbligatori e due opzionali; quindi ci saranno il Formula 7 (quattro e tre), il Formula 9 (cinque e quattro) e il Formula 11 (sei e cinque). Gli incassi totali di ogni concorso saranno così suddivisi: il 75 per cento andrà a comporre il montepremi (a sua volta ripartito tra i diversi vincitori), il 12 per cento sarà destinato a Sport e Salute (azienda in-house del Ministero dell’economia e delle finanze), mentre la quota restante sarà divisa tra il punto vendita (8 per cento) e il concessionario (5 per cento).

Un ricevitore con le schedine del Totocalcio del 2000 (archivio)
Un ricevitore con le schedine del Totocalcio del 2000 (archivio)
Un ricevitore con le schedine del Totocalcio del 2000 (archivio)

Basterà a ridare vigore a una passione mai scomparsa del tutto ma sconosciuta alle nuove generazioni? Vedremo. Certo indovinare sei numeri segnati a caso in una griglia che ne comprende 90 significa essere realmente baciati dalla Dea bendata: puro caso. Azzeccare tutti i risultati delle partite di calcio forse significherebbe avere una minima conoscenza del calcio e delle forze in campo. Del resto si dice che in Italia ci siano 60 milioni di commissari tecnici. Con gli altri giochi, senza timore di essere smentiti, non c’è partita.

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