contentid/OTk2NTEwMjAtZTdjZi00
contentid/OTk2NTEwMjAtZTdjZi00

Sorprese inanellate una dietro l’altra. Poi il colpo di scena finale che non ti aspetti. Una mostra sorprendente e interessante che fa scoprire lati di Mauro Ferreri sconosciuti ai più. L’esposizione dedicata proprio al pittore oristanese scomparso dieci anni fa apre ai visitatori diversi aspetti della sua opera e, quindi, della sua personalità. Curata con sapienza da Obler Luperi, alle spalla un’esperienza alla Triennale di Milano, la mostra è stata allestita nella pinacoteca Carlo Contini e resterà aperta fino al 5 marzo.

contentid/NGNhODQ3MTktMWM1Yy00
contentid/NGNhODQ3MTktMWM1Yy00

Si comincia con una serie di foto, gigantografie di Mauro durante il suo lavoro, sospese dal soffitto quasi come avveniva in passato per le foto lasciate ad asciugare. Poi si entra nella sala 0, una sezione esterna alla mostra, che racconta attraverso grandi pittori una storia precedente a quella di Ferreri che ha influito sulla sua prima formazione artistica. Uno spazio è dedicato a una selezione di acquarelli di Alessandro Chapasco, fratello della nonna materna di Mauro, celebre pittore che raggiunse fama in Argentina. Si va avanti con gli anni dell’infanzia, per arrivare alla fase della natura morta e dei personaggi. Grande attenzione Mauro ha dedicato alla Sartiglia, tanto che in una pagina dei suoi appunti manifesta l’intimo desiderio di essere ricordato come il pittore della Sartiglia. Ancora una sezione è dedicata al medioevo arborense e all’architettura della Oristano giudicale: in mostra i quadri sulle donazioni da parte dei giudici arborensi delle ciese di San Francesco e di Santa Chiara. Infine, l’ultima sala della mostra “è una intrusione simbolica nello studio di Mauro Ferrreri con un quadro non finito, gli strumenti da lavoro, i libri e una serie di video autoregistrati durante la sua attività” spiega Obler Luperi. “Questo spazio offre un punto di vista all’esterno della pinacoteca. Con un simbolico sfondamento della parete la vetrina del suo atelier, sul lato opposto della strada, diventa un’opera in più a chiusura della mostra”. Un colpo di genio che lascia sorpresi i visitatori. L’iniziativa è dell’assessorato alla Cultura del Comune di Oristano.

La mostra “Mauro Ferreri – Il segno del fuoco”, curata da Obler Luperi per la Fondazione Oristano. “Mauro Ferreri è uno dei pittori oristanesi più rappresentativi della seconda metà del ‘900 – osserva il sindaco Massimiliano Sanna -. La sua produzione in 4 decenni di attività ha superato le 2 mila opere. Si tratta di un artista molto caro a tutti gli oristanesi che ha saputo rappresentare con grande bravura e con una tecnica inconfondibile alcuni dei più significativi momenti della vita e della tradizione della città”.

contentid/M2E1ZTI0NWItNjM5OS00
contentid/M2E1ZTI0NWItNjM5OS00

Il titolo della mostra riprende le parole del pittore Dino Fantini alla presentazione della prima personale di Mauro Ferreri, nel 1975, nella Galleria Carlo Contini, all'epoca ospitata a Palazzo degli Scolopi: “Mauro Ferreri... vuole timidamente portare a conoscenza dei suoi concittadini il segreto del fuoco che da anni lo anima". A distanza di quasi 50 anni, questa mostra prova a svelare un’altra porzione del segreto di quel fuoco che, nonostante siano trascorsi 10 anni dalla scomparsa dell’artista, brucia ancora in tutte le espressioni della sua arte.

“L’esposizione presenta più di 100 opere, gran parte inedite, grazie alla disponibilità di 26 generosi cittadini – sottolinea l’assessore alla Cultura Luca Faedda -. Il legame tra la città e questo artista alimenta l’attesa e suscita curiosità per questo importante appuntamento culturale. “Il segreto del fuoco” in 10 sezioni racconta la vita e il lavoro di Ferreri, con una serie di approfondimenti tematici su molti aspetti poco conosciuti della sua produzione: dalla pittura più tradizionale agli astratti e alla scultura, dalla grafica alle arti applicate fino al design del prodotto”.

La narrazione si sviluppa come un pluri-racconto, che nasce dalle vive parole di Ferreri affidate ai diari intimi, ai registri professionali, ai video inediti da lui stesso registrati, e si completa con la voce dei tanti amici che hanno voluto rendergli omaggio nel documentario integrato nel percorso della mostra. Il documentario ha visto il contributo di numerose personalità oristanesi: Maurizio Casu, Luciana Delitala, Roger Emmi, Federico Fadda, Mario Floris, Antonio Marchi, Filippo Martinez, Alfredo Pomogranato, Andrea Sanna, Sandro Serra, Benito Urgu, Davide Urgu, Momo Zucca. La mostra è l’esito di un progetto di studio dell'Archivio Ferreri, avviato nel 2020, che ha già proposto al pubblico due esposizioni tematiche: "Lo studio di Mauro Ferreri" (2020) e "Le croci di Mauro Ferreri" (2022) realizzate presso gli spazi dell'Assessorato Regionale al Turismo di piazza Eleonora. L’interesse per i temi locali e tradizionali delle opere del pittore oristanese, viene trasformato in strumento di divulgazione e di racconto della città.

© Riproduzione riservata