Un distinto e occhialuto nonnino, Anton Lehman, è seduto sul divano di casa, in un futuro indefinito. È un reduce e racconta come andarono le cose, in quell'anno maledetto. "Era l'inverno del 2020 credo, e gli occhi di tutto il paese erano puntati su di noi. Avevo appena compiuto 22 anni, studiavo ingegneria a Chemnitz quando arrivò la seconda ondata. A quell'età vuoi far festa, conoscere nuova gente, andare a bere con gli amici. Ma il fato aveva in serbo altro per noi. Un nemico invisibile minacciava tutto quello in cui credevamo". Gli occhi di ragazzo si incendiano nel ricordo di un fuoco che ogni cosa distrugge. "Ci dissero che il futuro della nostra nazione era nelle nostre mani. Così abbiamo raccolto tutto il nostro coraggio e fatto quello che ci si aspettava da noi. L'unica cosa da fare noi l'abbiamo fatta. Niente, assolutamente niente. Siamo stati pigri come procioni".

Il finto documentario è il geniale spot anti Covid voluto dal governo tedesco. Una musica maestosa e solenne accompagna il narratore fino al silenzio e alla rivelazione. Nulla fecero gli eroi della patria nell'anno maledetto 2020 per salvare Heimat dalla distruzione. Non fecero assolutamente nulla se non stare sul divano a guardare la tv e mangiare cibo spazzatura. La morale è che basta davvero poco per fare molto. Colpisce l'uso dell'ironia, e di un immaginario, come quello della guerra, su cui in Germania si scherza pochissimo. Lo spettatore viene preso per mano e poi gli viene tolto il tappeto da sotto i piedi. Lo spot ha avuto talmente successo che ne sono stati fatti tre episodi. Sull'esempio tedesco sono arrivati molte altre clip. Il Covid si combatte anche a colpi di spot anche negli Stati Uniti, la patria degli slogan. Nell'ultima clip la profonda voce narrante commenta scene di vita quotidiana divenute all'improvviso ricordi: "Se ami gli spettacoli, andare a teatro, mangiare in ristorante, chiacchierare con il ragazzo che ti prepara un delizioso caffè freddo...allora indossa una mascherina e torniamo a fare le cose che ci piacciono". Mask up America è il messaggio in puro stile Usa che ricorda ai cittadini come il virus impedisce di vivere le attività che amano di più. Feste, partite di baseball, spettacoli. Indicando una semplice soluzione. Da brivido la clip spagnola. Foto di feste si alternano a immagini di bare e malati. Un bimbo recita una filastrocca. Pito pito gorcorito, pin, pan, fuera.. fuera.. fuera. Ogni fuera una croce, ogni croce un fuera. Poche gelide parole per arrivare al messaggio: "Questo non è un gioco, se non seguiamo le raccomandazioni mettiamo in pericolo la nostra vita e quella degli altri". Claro? Di grande impatto emotivo il video realizzato dall'istito cinematografico delle Canarie. Un ragazzo sta partecipando a una festa senza mascherina. Riceve una telefonata. Apprende che sua nonna ha il Covid e forse non supererà la notte. "Siamo stati attenti, non sappiamo come abbia potuto prenderlo", spiega una donna affranta.

"L'ho vista ieri, stava bene", glissa imbarazzato il giovane. In realtà forse è stato lui, con il suo comportamento, a trasmetterle il virus. La festa finirà male, con l'abuela dentro una bara mentre vivissimo resterà il senso di colpa del giovane studente. In Francia tutto comincia con un banale saluto sul posto di lavoro "Sarebbe bello vederci prima della riunione delle tre" e continua con un abbraccio tra due amici all'uscita della scuola. Così un marito e un figlio portano a casa il virus per donarlo alla mamma o alla moglie durante un festa di compleanno. Lei finisce in ospedale. Lo spot francese per ricordare i rischi del Coronavirus è stato definito molto efficace. Punta sulle corde del patriottismo e dell'altruismo la clip britannica. "Ricordate: mani, faccia, distanza" Allegro, semplice e immediato. Chiede a tutti di rispettare tre semplici regole e impedire così il diffondersi del virus: "Hands, face, space". Lavare le mani, indossare la mascherina e mantenere le distanze per aiutare gli altri: la famiglia, i colleghi, la nonna, gli estranei. E magari mantenerli in vita.
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