“Complice il mare” è il titolo del cortometraggio ispirato alla storia vera di un detenuto impegnato nei lavori di scavo nel sito archeologico di Mont’e Prama. Un progetto al quale la casa di reclusione di Oristano ha partecipato attraverso alcuni detenuti. Il cortometraggio fa parte del progetto “Cinema per crescere”, un corso di avviamento alle professioni audiovisive, ideato da Axefilm in collaborazione con la coop Coworking Family e sostenuto dalla direzione della casa circondariale di Massama. Lo scopo è creare professionalità nell’ambito della produzione audiovisiva e allo stesso tempo sviluppare le capacità e potenzialità umane dei detenuti.

La direzione del Centro per l’istruzione per adulti di Oristano, che coordina tutte le attività didattiche della scuola dell’obbligo e delle superiori nell’Istituto di Massama, ha collaborato in maniera convinta. Lo ha fatto mettendo a disposizione la sua rete, per favorire una presenza quanto più possibile qualificata delle realtà del terzo settore presenti nel territorio, ma anche stimolando gli alunni delle classi del liceo artistico di Oristano, sede carceraria di Massama, a costruire bozzetti per gli inviti da inviare alle varie personalità.

L’iniziativa vede protagonisti alcuni giovani reclusi sardi, scelti tra i detenuti del circuito della “media sicurezza”, che hanno mostrato interesse alle opportunità offerte da un corso che unisce creazione di professionalità e possibilità di crescita personale, e che potrà concludersi con la produzione di un cortometraggio scritto e realizzato dagli stessi detenuti.

 “Quello appena iniziato è il primo passo di un progetto più ampio che servirà a formare nuove professionalità nel cinema” ha spiegato la direttrice della casa circondariale Elisa Milanesi. “Siamo sempre propensi alla sinergia tra il nostro lavoro all’interno della casa circondariale e tutte le proposte che aprono al recupero e al collegamento con il mondo esterno”.

Workshop sceneggiatura. Foto concessa
Workshop sceneggiatura. Foto concessa
Workshop sceneggiatura. Foto concessa

Il comandante del reparto di polizia penitenziaria, Salvatore Cadeddu, ha raccontato come è nata la collaborazione col regista Gian Paolo Vallati: “In occasione delle riprese di una scena del cortometraggio Complice il Mare siamo stati contattati dalla produzione Axèfilm, poi gradualmente si è pensato a un progetto comune che è quello che abbiamo messo in atto”.

 “Il cinema è un’industria che produce ricchezza” ha dichiarato il regista Gian Paolo Vallati, “è un’opportunità di lavoro. Siamo fiduciosi che il cortometraggio avrà le possibilità di essere realizzato coinvolgendo i ragazzi direttamente sul set, come opportunità di un riscatto sociale e di crescita personale e interiore. Una volta ultimata, contiamo di presentare l’opera nei canali del web”.

Francesca Puddu, funzionaria giuridico pedagogica alla casa di reclusione di Massama, racconta come: “Quest’esperienza ci ha dato l’idea che l’impossibile diventi possibile. Abbiamo sperimentato la bellezza di un mondo che è più vicino di quello che pensiamo”.

Il corso è iniziato lo scorso marzo, con la realizzazione del primo modulo didattico, dedicato all’ideazione e scrittura di prodotti cinematografici e audiovisivi. Terminato il primo modulo di sceneggiatura, seguiranno i moduli di produzione, regia, montaggio e post produzione. Prevede una parte teorica, integrata da una consistente e impegnativa parte pratica: qui gli allievi si metteranno alla prova, sperimentando le specializzazioni che sono più adatte alla propria indole.

Le lezioni si concluderanno alla fine del 2023 con la produzione di un cortometraggio realizzato dai detenuti, che si cimenteranno nel lavoro di sceneggiatori, aiuto registi, fonici, scenografi, elettricisti, montatori, sotto la supervisione di Gian Paolo Vallati.

Il cortometraggio “Complice il mare”, scritto da Maria Luisa Marongiu, con la regia di Gian Paolo Vallati è finanziato dalla Regione e dalla Fondazione Oristano. Si è ispirato a fatti realmente accaduti nel 2014 durante gli scavi di Mont’e Prama. I detenuti che hanno partecipato al corso esprimono grande soddisfazione. “Una boccata d’aria e la possibilità di vivere altro nella nostra realtà di reclusi. Attraverso la creatività abbiamo fatto nascere un gruppo che ci ha reso coesi e ci ha fatto comprendere la bellezza dello stare insieme e di darci supporto l’un l’altro.”

E ancora: “È iniziato tutto per uscire dalla routine, ma adesso è diventata un’esperienza di crescita personale”.

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