Segniamoci questa data: 24 luglio 2023. A Jerzu e a Lotzorai sono stati raggiunti 48,2 gradi. Quadsi 50. Record assoluto. Il giorno più caldo nella storia della Sardegna. L’ennesimo dato in grado di dimostrare che (anche) in Sardegna è in atto un cambiamento climatico: le temperature sono in aumento e la pioggia in calo.

Non solo le sensazioni dell’uomo comune, lo dicono anche i dati ufficiali raccolti dal Servizio Meteorologico, Agrometeorologico ed Ecosistemi dell’Arpas, l’ufficio meteo della Regione Sardegna con sede a Predda Niedda a Sassari e centraline di rilevamento sparse in ogni angolo dell’Isola. Un ufficio che fornisce quotidianamente un servizio importantissimo, diciamo pure fondamentale, per gli agricoltori che devono programmare le loro attività in base all’andamento climatico.

Il Poetto di Cagliari (foto archivio Unione Sarda)
Il Poetto di Cagliari (foto archivio Unione Sarda)
Il Poetto di Cagliari (foto archivio Unione Sarda)

«Il 2023 ha segnato un aumento della temperatura media massima nell’Isola superiore di due gradi rispetto alla media degli ultimi trent’anni, il periodo di riferimento scientifico per queste statistiche», spiegano Alessandro Delitala e Michele Fiori, direttore e funzionario del Servizio Meteorologico, Agrometeorologico ed Ecosistemi dell’Arpas, «e sono scesi 600 millimetri di pioggia, rispetto a una precipitazione attesa di 670 millimetri».

Alessandro Delitala, 55 anni (foto concessa da Alessandro Delitala)
Alessandro Delitala, 55 anni (foto concessa da Alessandro Delitala)
Alessandro Delitala, 55 anni (foto concessa da Alessandro Delitala)

Non è stato comunque l’anno più caldo di sempre per l’Isola: «Il primato - proseguono i due esperti – resta al 2022: più 2,5 gradi (la temperatura massima) rispetto alla media. Anche se nel 2023 c’è stato il giorno più caldo in assoluto: il 24 luglio si è toccata quota 48,2 gradi a Jerzu e a Lotzorai, ma tra i 45 e i 47 gradi sono arrivate diverse località tra Ogliastra e Sarrabus». Il record precedente risaliva 19 luglio del 2009: 48 gradi a Perfugas, secondo l’archivio dell’Arpas.

Michele Fiori, 59 anni (foto concessa da Michele Fiori)
Michele Fiori, 59 anni (foto concessa da Michele Fiori)
Michele Fiori, 59 anni (foto concessa da Michele Fiori)

È in atto un cambiamento climatico?

«Stando alle rivelazioni del nostro Servizio, dagli ultimi nove anni in Sardegna in generale assistiamo a un incremento delle temperature e a una alternanza delle precipitazioni abbastanza più marcate».

L’anno nero è stato il 2022.

«Sono caduti mediamente soltanto 516 millimetri di pioggia, il 78 per cento di quanto era atteso in base alle statistiche degli ultimi trent’anni. In linea di massima gli anni piovosi o di siccità tendono ad alternarsi, gli ultimi due anni ha prevalso la mancanza di precipitazioni, in passato non era stato così: l’annata più secca secondo i dati in nostro possesso resta quella del 2017: solo 450 millimetri. Nel 2018 1060 millimetri, quindi molto piovosa, così come superiori alla media erano stai anche il 2019 (725 mm), il 2020 (700) e il 2021 (760)».

Il 2023 è stato un anno particolare.

«Soprattutto il secondo semestre. A ottobre, novembre e dicembre per esempio, ci sono state precipitazioni per il 63 per cento rispetto alle piogge attese in gran parte dell’Isola. A soffrire soprattutto le zone di Baronia, Nuorese, Ogliastra, Sarrabus e Cagliaritano. Meno grave la situazione nella zona di Alghero».

Le temperature?

«Più alte della media praticamente per tutto l’anno, con picchi a luglio (più 3,2 gradi di massima e più due pere la minima) e a ottobre (più 3,8 gradi le massime e più 2 le temperature minime). Ma è significativo anche un incremento delle temperature massime medie anche a marzo (più due gradi) e nel mese di dicembre (più 1,5), mentre le minime a febbraio e ad aprile sono state più base rispetto alla media di un grado».

Primavera ed estate praticamente tutto l’anno, numeri che devono far riflettere.

«C’è anche un altro dato rilevante. A Jerzu in quel famoso 24 luglio da 48, 2 gradi, si è superata di 16 gradi la media degli ultimi trent’anni (32 gradi). Uno sbalzo che ha provocato danni gravi alle culture: la nostra stazione di rilevamento si trova nei pressi di un vigneto che è stato in gran parte bruciato dal grande caldo anomalo. E sul Limbara, a mille metri, e sul Gennargentu, a 1400, si sono raggiunti rispettivamente 36 e 33,8 gradi in località dove di rado si arriva a 30».

uno spazzaneve in azione nel centro abitato di Desulo (foto archivio Unione Sarda)
uno spazzaneve in azione nel centro abitato di Desulo (foto archivio Unione Sarda)
uno spazzaneve in azione nel centro abitato di Desulo (foto archivio Unione Sarda)

Le località più fredde del 2023?

«A gennaio Villanova Strisaili con 11 grado sotto lo zero e Illorai con meno dieci».

La Sardegna sempre più surriscaldata.

«È un fenomeno che stiamo rilevando dalla metà degli anni 90, con andamento altalenante rispetto alla siccità. Sicuramente se il 2022 è stato l’anno mediamente più caldo in assoluto, la bolla del luglio del 2023 è stata un fatto straordinario. E l’estate è durata tantissimo: il 17 e 18 settembre ad Alghero abbiamo toccato 40,9 gradi, a Narcao 40,7».

Il clima in Sardegna sta diventando tropicale?

«Assolutamente no, non ci sarebbero le condizioni essenziali, cioè quelle astronomiche, perché questo accada. Di sicuro sta cambiando la frequenza delle precipitazioni di una certa portata. Il record resta sempre l’alluvione di Gairo dell’ottobre del 1951, quattro giorni di precipitazioni costanti che misero in ginocchio l’Ogliastra. Un evento eccezionale, l’alluvione di Olbia del 2013 fece registrare un picco di pioggia soltanto per un giorno. Nel Cagliaritano precipitazioni notevoli si sono verificate periodicamente nel 1961 a Capoterra, nel 1999 a Decimomannu, nel 2008 a Capoterra e nel 2018 a Uta: fenomeni di carattere locale che si sono ripetuti ciclicamente di intensità sino ai 140 millimetri in un’ora. Ma non vuol dire che il clima da diventando tropicale o sub tropicale».

© Riproduzione riservata